Immigrazione, islam, pastorale e dottrina. Con chiarezza, Monsignor Athanasius Schneider, vescovo ausiliare di Astana in Kazakstan, risponde alle nostre domande ed afferma che l’ invasione islamica “non è un rischio, ma ormai avanza a pieno ritmo” ed esiste “un piano orchestrato dai poteri internazionali per cambiare la identità cristiana e nazionale dei popoli europei”
Immigrazione: nel nome della misericordia possiamo davvero accogliere tutti?
“Dobbiamo innanzitutto fare delle distinzioni e porre le fondamenta per un ragionamento sano, per vedere chiaramente la realtà ed evitare di’essere vittime di ingenuità e di strumentalizzazione ideologica. In primo luogo: Il fenomeno della cosiddetta “immigrazione” rappresenta un piano orchestrato e preparato da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei. Questi poteri usano l’enorme potenziale morale della Chiesa e le loro strutture, per conseguire più efficacemente il loro obiettivo anti-cristiano e anti-europeo. A tale scopo si abusa del vero concetto dell’umanesimo e persino del comandamento cristiano della carità. In secondo luogo: dobbiamo certamente aiutare sempre qualsiasi persona che si trova in un vera necessità, chi troviamo sulla strada della nostra vita. Il dovere cristiano di’accoglienza dei profughi però, non è un assoluto, ma deve essere retto dalla prudenza che è una virtù cardinale. Possiamo illustrarlo con questo esempio: un padre di famiglia non può alloggiare nella sua casa un numero sproporzionato di persone bisognose con il rischio, che i suoi propri figli subirebbero a causa di questa situazione, un notevole danno sia per la salute fisica che morale. “
Esiste un rischio di invasione islamica e dunque di islamizzazione dell’Occidente?
“Questo non è un rischio, ma avanza in pieno ritmo. Solo un cieco può negarlo, come pure lo negano frattanto gli autori, i complici e i mandanti dell’islamizzazione dell’Occidente. Inoltre constatiamo uno strano fenomeno: la nomenclatura politica dell’Unione Europea impose tacitamente un divieto di indicare elementi negativi della religione islamica; è divenuto ormai un comportamento politicamente corretto parlare solamente positivamente dell’Islam e promuovere la presenza della religione islamica nelle scuole e nella vita pubblica. L’ormai bisecolare processo di scristianizzazione dell’Europa (cominciato con la Rivoluzione Francese) è giunto al suo culmine. Precisamente in questo vuoto religioso entra ora decisamente l’Islam.Già Dostojewski ha detto: se l’Europa abbandonerà Cristo, morirà.”
L’ islam si integra davvero con i principi occidentali e il cristianesimo?
“L’islam è la religione che contrasta più fortemente con il cristianesimo e la cultura occidentale, nata dal cristianesimo. L’essenza del cristianesimo sta nella fede nell’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo e unico Redentore degli uomini, e nella fede in Dio Santissima Trinità; l’amore a Dio è il primo e massimo comandamento; l’amore ai nemici è unico al cristianesimo. La cultura occidentale difende la dignità della donna nei diritti civili e la sua presenza nella vita culturale e sociale. La cultura occidentale ha sviluppato strutture democratiche di partecipazione e di decisione nella vita politica da parte dei cittadini, persino nelle monarchie cristiane. Tutto ciò è negato nell’Islam. Persino la Dichiarazione sui Diritti umani nella Conferenza Islamica dei Diritti Umani del Cairo del 1990 ha stabilito che donne e non-musulmani non sono giuridicamente uguali. Può esistere un contrasto più grande?”
ltimamente vi è stato un convegno a Roma sulla confusione nella Chiesa. Che confusione è: dottrinale o pastorale?
“Tutte le confusioni hanno la loro logica di sviluppo, ossia le loro radici. Nella fede cristiana la dottrina e la pastorale o, in altre parole, la fede e le opere, sono inseparabili e interdipendenti. Così come crediamo, dobbiamo anche agire. Un dei più grandi errori contro la Rivelazione Divina, consiste nel separare la fede, la conoscenza di fede, dall’agire o nell’ affermare addirittura che ci può essere una legittima contradizione tra la fede e l’agire, quindi tra la dottrina e la prassi pastorale. Questo errore è il più tipico dello gnosticismo”
Se vi è confusione, questa come si ripercuote nella pastorale?
“Constatiamo tutti la palese confusione pastorale nella vita della Chiesa negli aspetti toccanti la dottrina, particolarmente la questione dell’ammissione alla Santa Comunione delle persone viventi pubblicamente in adulterio, cioè viventi con una persona che non è il legittimo coniuge (come i cosiddetti divorziati risposati) e dei non-cattolici. Un tale metodo pastorale nega, nella prassi, la verità Divina dell’indissolubilità del matrimonio (nel caso dei cosiddetti divorziati risposati) e la verità della necessaria appartenenza visibile all’unica Chiesa di Dio, che è la Chiesa Cattolica (nel caso dell’ammissione dei non-cattolici alla Santa Comunione). La confusione è inoltre aggravata dal fatto che tra un paese e l’altro, tra una diocesi e l’altra dello stesso paese, la prassi pastorale nei menzionati casi dell’ammissione dei divorziati e dei non-cattolici alla Comunione, è diametralmente opposta. Una tale situazione di confusione pastorale con dirette ripercussioni dottrinali contraddice l’essenza della Chiesa Cattolica, la quale esige che ci sia unità tra dottrina e pastorale, e l’unità dottrinale tra tutte le chiese particolari. La regnante confusione pastorale e conseguentemente la confusione dottrinale nella vita della Chiesa ai nostri giorni, ha dato al volto della Chiesa l’apparenza di comunità frammentate, simili del mondo protestante”
Come si dovrebbe ricevere la santa Comunione, in ginocchio o in piedi?
“Sappiamo che il sacramento dell’Eucaristia, ed in particolare la sacra Comunione, è il tesoro massimo, il vero cuore spirituale e la santità stessa della Chiesa. D’altra parte, si deve constatare che il momento della sacra Comunione in non poche assemblee liturgiche nei nostri giorni diventa meno sacrale ed augusto, e riveste sempre più un carattere di quotidianità, giacché mancano quasi del tutto evidenti segni esteriori di adorazione verso le sacre specie e la cura riverente dei frammenti dell’ostia sacra. A questa situazione ha contribuito in gran parte, innegabilmente, anche l’uso di ricevere la sacra Comunione in piedi e nella mano. Ogni vescovo e ogni sacerdote deve contribuire perché al Signore Eucaristico sia reso anche il dovuto e inequivocabile gesto d’iadorazione esterna come frutto naturale dell’atteggiamento e della purezza interiore. Il momento della sacra Comunione, una volta divenuto più sacro ed augusto, avrà anche una forza di ‘irradiazione edificante ed educativa, come mostra la millenaria tradizione della Chiesa. Il culto pubblico del nostro Dio incarnato richiede oggettivi ed inequivocabili segni di adorazione e di sacralità riguardo il Corpo di Cristo per garantire massimamente atti interiori e anche esteriori di adorazione, di umiltà e di intima devozione. Se riconosciamo in Cristo, nascosto sotto il velo delle specie eucaristiche, la sua vera divinità, poiché in “Lui abita la pienezza della divinità corporalmente”, come afferma san Paolo (Col 2, 9), non possiamo non inginocchiarci davanti alla Sua Persona, presente con il Suo corpo e il sangue sotto l’umile velo delle specie eucaristiche”.
Bruno Volpe
e’ tutto vero,tutto sacrosanto.difficile non condividere il senso delle preoccupazioni di Schenaider
Papa Francesco ci parlera’ dell’Eucaristia. Deve dirci che è giusto non inginocchiarsi davanti al Santissimo, e che dobbiamo prendere esempio da lui.
l’islam contrasta col cristianesimo? Direi piuttosto che oggi assistiamo a quella crisi di valori contrassegnata come Famiglia Umana a pezzi. Non si tratta tanto di religione quanto di Cultura nel senso più sacro del termine.
Oggi regna il fai da te e le dottrina diventa ostica. Regna l’egoismo o il troppo lassismo da parte del Governo che, a mio parere, non sa intercettare l’unione vera tra le genti, confondendoci con mille simboli. l’Europa si mescolerà e vivrà.