Austero, integerrimo, modi gentili ed educati da siciliano all’antica, fedele militanza nei partiti della destra cattolica, Sebastiano (detto Nello) Musumeci, classe 1955, di Militello in Val di Catania, già deputato con Alleanza nazionale al Parlamento europeo (dal 1994 al 2009), al suo lungo impegno amministrativo (è stato per due volte anche Presidente della Provincia di Catania, il primo ad essere eletto direttamente dal popolo e il presidente di Provincia col più alto indice di gradimento in Italia) aggiunge adesso la carica di Presidente della Regione Sicilia, una responsabilità tutt’altro che facile da assolvere, un risultato atteso con una lapidaria espressione: «Siamo nelle mani del Signore. Sono cautamente ottimista, ma parlerò solo con i dati certi». Bancario in pensione e giornalista pubblicista, Musumeci non fa mistero della sua fede cattolica. «Ero nell’Azione cattolica, però trovavo i democristiani troppo arrendevoli. Vidi in tv i carri sovietici a Praga ed ebbi un moto di ribellione. In casa la patria era importante. Papà nel 1936 era in Africa, poi combatté la Seconda guerra mondiale in Aeronautica, dopo lo sbarco in Sicilia obbedì all’ordine di consegnarsi agli inglesi. Io sono orfano di madre; l’Msi fu famiglia e scuola. I miei maestri furono Vito Cusimano, il capogruppo in Regione, che mi insegnò a leggere un bilancio e a scrivere una delibera; ed Enzo Trantino, che mi trasmise l’arte di parlare in pubblico».
L’attivismo cattolico di Musumeci si traduce anche come impegno anti gender (ha partecipato all’incontro “Accendiamo il futuro – Insieme per la famiglia”, organizzato da diversi gruppi anti gender; durante la tre giorni del movimento civico #DiventeràBellissima, ma anche in numerose altre occasioni, ha espresso il suo sostegno a favore della famiglia naturale e contro le unioni e le adozioni per le coppie gay) e impegno su tematiche socio-religiose scottanti (ha detto: «allestiamo i presepi in ogni scuola della Sicilia per dare identità ai nostri ragazzi nel tempo dello smarrimento»; «la Sicilia, più di ogni altra regione italiana, è figlia della millenaria cultura cristiana e da noi il Crocifisso è la testimonianza della civiltà occidentale»; «avere rispetto per le religioni degli altri non significa doversi vergognare della propria»).
Ha vissuto con fede anche la morte improvvisa del secondo figlio Giuseppe. «Si preparava a uscire di casa. Infarto fulminante. Una cosa tremenda. Questo mi aiuta però a relativizzare tutto. Se vinco vado a Palermo a lavorare per la mia isola. Se perdo torno qui in campagna a coltivare la mia vigna».
Promotore di iniziative antiusura (ha creato la fondazione Cardinale Dusmet, per sostenere le famiglie vittime degli usurai) e antimafia (ha proposto la creazione di un’osservatorio europeo sul fenomeno delle mafie), fino al 2006 ha vissuto sotto scorta. E adesso ritornerà ad esserlo come neo presidente dei siciliani.
Di lui hanno detto: «parla in maniera sublime» (Silvio Berlusconi), «Se c’è un dispetto che si possa fare ad un uomo politico è quello di farlo parlare dopo Nello Musumeci» (Francesco Storace), è «un uomo di parte ma apprezzato trasversalmente» (Antonello Piraneo, giornalista de “La Sicilia”), «c’è un solo uomo di destra pulito, splendido, brillante, specchiato ed è Nello Musumeci» (Pietrangelo Buttafuoco, giornalista e scrittore), “un galantuomo… indenne da macchie infami» (Marcello Veneziani, scrittore e politologo). Addirittura l’attuale capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha detto: «apprezzo Nello Musumeci non solo per la sua arte oratoria, ma anche perché dietro c’è tanta sostanza».
Agli sconfitti in Sicilia (5 Stelle, Pd e Sinistra Radicale) Musumeci dice: «sono persone che sanno che con me possono dialogare delle cose urgenti da fare per questa terra che ha l’acqua alla gola dopo il governo Crocetta. Con me non ci saranno accordi al ribasso. Sanno che dirò dei no». Pure a Berlusconi ha detto in faccia che nominerà la giunta senza condizionamenti. «Berlusconi mi ha detto che sono libero di decidere». Alcuni impresentabili della sua maggioranza li etichetta come «scassapagghiari (in siciliano significa ladri di polli) e in ogni caso sono tutti avvertiti: se mi mettono i bastoni tra le ruote io mi dimetto e loro vanno tutti a casa, chiaro? Tutti sanno che non sono mai stato un pupo in mano a pupari. Io lavorerò esclusivamente per i siciliani. Il mio governo sarà una muschetteria (in siciliano indica i piccoli giochi pirotecnici legati tra loro che scoppiano all’unisono). Questa è la mia ultima esperienza politica, tra cinque anni mi ritiro. Questo significa che non devo costruirmi il consenso per i prossimi 5 anni, per il prossimo mandato. Per questo dico che non farò accordi al ribasso e non mi farò condizionare da nessuno».
MATTEO ORLANDO
….arrestato per un evasione fiscale di circa 1.750.000 euro 48 ore dopo la sua elezione con la lista di Musumeci,chissà se anche lui è un ladro di polli….
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/sicilia-arrestato-per-frode-fiscale-neodeputato-udc-cateno-de-luca_3105272-201702a.shtml
…veritas in caritate…..
No non ci credo!!!
un cattolico che non di vergogna di essere cattolico no !!! Non e possibile tanto coraggio. Se propri farà questo rimettere il crocefisso nelle aule delle scuole e fare il presepe la ringrazio a nome della mia nipotina che cosi non sarà privata dei nostri simboli religiosi
ma potra continuare la propria fede vivendo il proprio Natale nella sua terra nella sua Sicilia. Grazie per il suo coraggio. Grazie se lo farà veramente. Dio la Benedica.
Io sono Cattolica.