A Santiago del Cile, in occasione della Candelora (in Purificatione Beatae Mariae Virginis), in un oratorio della Prelatura dell’Opus Dei è stata celebra una Santa Messa nella “forma straordinaria” del Rito Romano, con un folto gruppo di studenti cileni (dato che conferma il fascino che la Messa tradizionale esercita su molti giovani).
Nel mondo di lingua spagnola, scrive MiL è stata sottolineata la “particolarietà” di quella celebrazione. C’è poco da stupirsi. San Josemaría Escrivá de Balaguer y Albas (1902-1975), il fondatore dell’Opus Dei canonizzato nel 2002 da Papa San Giovanni Paolo II, è stato uno dei pochi Sacerdoti a cui venne accordato il permesso speciale di continuare a celebrare nel rito tradizionale anche dopo l’andata in vigore della “riforma liturgica”. È così che San Josemaría Escrivá ha continuato a celebrare “usus antiquior” fino alla fine della sua vita.
Negli anni sono in continuo aumento le celebrazione nella “forma straordinaria” del Rito Romano e sono sempre più i giovani che scoprono la santità sobria e solenne dell’antico rito, attraverso il quale incontrano Dio e sono attratti da Lui.
Nel blog spagnolo El Buho Escrutador il noto editorialista spagnolo Francisco Fernandez de la Cigoña ha ricordato che San Josè Maria Escrivà, per quanto riguarda celebrazione della Santa Messa nella cosidetta “forma tradizionale”, è purtroppo seguito solo da pochi preti.
La parrocchia romana di Sant’Eugenio, dal 1980 affidata alle cure pastorali dell’Opus Dei, ha messo in pratica il Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI celebrando anche nella forma tradizionale. Infatti, ogni secondo e quarto sabato del mese, alle 8, la Messa viene celebrata con il Messale che il Santo Fondatore dell’Opus Dei ha sempre usato. L’esempio cileno dimostra che l’Opus Dei su richiesta dei fedeli è pronta a celebrare la Santa Messa nella forma tradizionale.