«Parlando specificamente degli omosessuali, mi sembra che il Papa sia per le unioni civili dello stesso sesso, non per il matrimonio». Intervistato dalla rivista francescana lituana Bernardinai.lt il sociologo Dominique Wolton non ha avuto timori lo scorso 18 marzo di “presentare” – e la sua dichiarazione non è stata ancora smentita dal Vaticano – la presunta posizione del Papa che, se fossero confermate quelle parole, sarebbe in contraddizione con il bimillenario magistero della Chiesa.
Non contento l’intellettuale francese ha replicato la dichiarazione il 22 marzo 2018 partecipando ad una presentazione di un suo libro tradotto in spagnolo, davanti a un folto pubblico, ad un noto sociologo (Víctor Pérez-Díaz) e, soprattutto, all’Arcivescovo di Madrid, il cardinale Carlos Osoro. Il porporato, in verità, non ha evitato di mostrare una certa sorpresa dopo questa affermazione del sociologo, tuttavia Wolton ha tranquillamente spiegato che per il Papa “difendere l’unione civile degli omosessuali è possibile”.
Ma chi è Dominique Wolton?
Wolton, research director al CNRS, fondatore e direttore della rivista internazionale Hermès (CNRS Éditions), per un anno (tra febbraio del 2016 e febbraio del 2017) è stato ricevuto da Papa Francesco a Santa Marta ed ha avuto con il Santo Padre dodici colloqui su varie questioni del nostro tempo (pace e guerra, politica e religioni, globalizzazione e diversità culturale, il fondamentalismi e laicismo, Europa e migranti, ecologia, disuguaglianze nel mondo, ecumenismo e dialogo interreligioso, l’individuo, la famiglia, l’alterità, il tempo, la fiducia e la gioia), chiacchiere informali, senza protocollo, ma “piene di sincerità”, che sono diventati un libro, “Politique et société” (Éditions de l’Observatoire), che è stato già tradotto in spagnolo (“Política y sociedad – El Papa sin filtros”, edizioni Encuentro) e, c’è da scommetterlo, presto sarà tradotto in italiano.
“Francesco non ha stabilito alcuna condizione, non mi ha censurato, mi ha solo chiesto di omettere il nome di un paio di omosessuali argentini per non essere conosciuti”, ha detto durante la presentazione spagnola Wolton. “Francesco vuole costruire ponti, è convinto del ruolo delle donne nella Curia” e, ha aggiunto (lo lasciamo volutamente in spagnolo, come pubblicato su Periodista Digital) “defiende que la unión civil para los homosexuales es posible, y que habrá hombres casados en la Iglesia”.
Il Papa avrebbe dovuto condannare le unioni omosessuali, invece, con A.L., si è limitato a specificare che queste non si possono equiparare al matrimonio: la qualcosa sottende l’ammissione di una unione civile. Se si legge “Il nome di Dio è Misericordia” si comprende che, per papa Francesco, ogni debolezza umana viene tollerata dalla misericordia di Dio: la quale, pur senza cancellare il peccato, salva chiunque ammetta di essere peccatore. Ritengo che Dio, nella Sua indubbia ed amorevole onniscienza, abbia voluto questo pontificato nella imminenza di una epocale selezione; con il mio indegno intuito, ho trovato due ipotetiche ragioni che mi appaiono verosimili: una consiste nel volerci costringere a scegliere tra il servire Dio e il servirsi di Lui e l’altra sta nella facilitazione, richiamata da san Paolo (Rm 10,13) ma preannunciataci da Gioele (3,4-5), per risparmiarci l’Inferno:
«Il sole si cambierà in tenebre e la luna in sangue, prima che venga il giorno del Signore, grande e terribile. Chiunque invocherà il nome del Signore, sarà salvato, poiché sul monte Sion (Chiesa) e in Gerusalemme vi sarà la salvezza, come ha detto il Signore, anche per i superstiti che il Signore avrà chiamato».