Il recente documento al vaglio dei vescovi polacchi su Amoris Laetitia (verrà reso pubblico a breve) ha certificato una divergenza di vedute tra il clero della Polonia e l’attuale pontificato. Per capirne di più, abbiamo intervistato il noto ed autorevole teologo dogmatico polacco don Robert Skrzypczak, docente al Pontificio Ateneo di Varsavia che, con lo storico fotografo vaticano Arturo Mari ha da poco pubblicato un bel libro dati titolo “Toccare la santità” ( edizioni Fede e Cultura) su Giovanni Paolo II.
Don Robert, i vescovi polacchi hanno discusso linee guida su Amoris Laetitia che vanno in senso opposto alla interpretazione aperturista del papa e di altri esponenti della chiesa. Che cosa vuole dire?
” Non intendo commentare un testo che deve ancora essere pubblicato e che non conosco. Per venire alla sua domanda. La Chiesa, proprio perchè cattolica, è unica ed universale. Se tuttavia qualcuno oggi con novità o stravolgimenti vuole separarsi lo fa, ma sotto la sua responsabilità. La cosa certa è che i vescovi polacchi e il clero di questa nazione, intendono rimanere fedeli alla chiesa, al Vangelo e alla retta dottrina. Oggi, specialmente dopo Amoris Laetitia, che deve essere letta in continuità col Magistero di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, una delle sfide più grandi è quella di evitare il rischio di uno scisma, almeno dal punto dogmatico, per quanto riguarda i sacramenti e la visione ecclesiale. In tale ottica, l’ attuale pontificato risulta divisivo”.
Durante l’ ultimo sinodo sulla famiglia, la delegazione polacca, in dissenso, sostenne che la chiesa, in tema di famiglia e valori non negoziabili sta tradendo Giovanni Paolo II. Come va letto?
” Alcune affermazioni di autorevoli uomini di Chiesa confermano questa tendenza. A me, come a tanti esponenti della chiesa polacca, provoca i brividi leggere affermazioni che vanno contro il Magistero di Giovanni Paolo II e lo sconfessano. Dare la comunione al divoriato risposato civilmente significa non considerare più il peccato mortale per quello che è, equivale a dire che non esiste più, e se il peccato mortale si annulla, viene meno l’ opera redentrice di Cristo. La comunione sacramentale non è un diritto”.
Un altro punto di lontanza è la immigrazione…
” Il clero e i vescovi polacchi vogliono aiutare sinceramente i veri profughi e penso a quello che fa la Caritas o ai corridoi umanitari. Inoltre, qui ospitiamo tanti ucraini. Ma va detto con molta chiarezza che non possiamo accettare tutti nel nome di una falsa misericordia, è in atto una invasione programmata e finanziata da gruppi criminali e da ricchi signori come Soros”.
Che cosa avrebbe detto o fatto oggi Giovanni Paolo II che lei ha conosciuto personalmente?
” Io ho servito messa con lui, era un mistico. Lui avrebbe rispettato la dignità delle singole persona musulmane voleva il dialogo, però basato sulla verità. Il dialogo, tuttavia, non significa rinnegare la identità cristiana. Bisogna che tutti, anche le massime autorità della chiesa, diano la sveglia. Giovanni Paolo II avrebbe chiamato le cose col loro nome, anche gli atti di terrore”.
Preoccupati dall’ islam?
” Non dalla religione in sè stessa, ma dal suo tentativo, storicamente ciclico, di conquista o riconquista dell’ Occidente. Non possiamo fare la guerra di religione, ma abbiamo bisogno di difendere e proteggere i confini. L’ islam avanza anche per colpa di una Europa che ha rinnegato la fede cristiana che è debole. E spiace dirlo, sia nella chiesa, che nella teologia , si notano influenze marxiste che contribuiscono alla caducità della fede. Noi in Polonia abbiamo sperimentato il marxismo e lo conosciamo bene”.
Cosa pensa il clero polacco di papa Francesco?
” Noi vogliamo bene al Papa e non lo giudichiamo. Ma tanti preti sono disorientati, specie sui valori non negoziabili. Non sanno dove vuole arrivare”.
Bruno Volpe