di Mariella Lentini*
–
Questa è la storia di una ragazza ligure che rinuncia alla ricchezza per dedicarsi al Signore e ai poveri. Benedetta Rossello nasce ad Albissola Marina (Savona) nel 1811. È quarta di dieci fratelli. Papà Bartolomeo, per mantenere la famiglia, costruisce piatti di ceramica. Il guadagno è poco e tutti i figli lavorano in bottega, anche Benedetta che trova pure il tempo per aiutare mamma Maria Dedone, accudendo i fratellini. La bambina non possiede nemmeno una bambola perché costa troppo. Eppure Benedetta cresce bella e intelligente. Buona di cuore e gentile con tutti, crede in Gesù e nella Madonna. E poiché il suo motto è «cuore a Dio, mani al lavoro», si attiva per aiutare i ragazzini poveri del suo quartiere. Gioca con loro, parla di Gesù e regala un po’ di pane.
Si iscrive al Terz’Ordine Francescano e a diciannove anni va a lavorare presso una coppia benestante senza figli, i Monleone. Accudisce con dedizione il padrone di casa ammalato e si fa voler bene anche dalla servitù. La moglie del padrone, rimasta vedova, propone a Benedetta di adottarla e di lasciarle l’eredità. La ragazza rinuncia all’immensa fortuna, suscitando scandalo in città. La giovane desidera diventare suora anche se, nel convento a cui si rivolge, non c’è posto perché è senza dote. Nel frattempo i genitori di Benedetta muoiono e così la ragazza rientra in famiglia per aiutare i fratelli rimasti soli. Volenterosa, risponde, poi, all’appello del vescovo di Savona alla ricerca di ragazze per educare fanciulle povere. A ventisei anni, assieme ad altre due compagne, apre una scuola in un modesto alloggio in affitto. Il loro patrimonio è costituito da un crocifisso, una statuetta della Madonna e cinque lire.
Nel 1837 nasce la Congregazione delle Figlie di Nostra Signora della Misericordia. Benedetta e le sue compagne diventano suore. Altre ragazze si uniscono e altre case vengono aperte. Benedetta, diventata suor Maria Giuseppa, si mette alla guida della congregazione. C’è tanta crisi: disoccupazione, ragazze che vendono il proprio corpo in strada, in Africa vige ancora la schiavitù. Maria Giuseppa non sta a guardare. Prega e intanto cerca soluzioni. Così nelle sue case aperte in Liguria accoglie pure ragazze africane, liberate dalla schiavitù e, oltre ad amministrare, suor Maria Giuseppa fa anche la maestra, l’infermiera e la cuoca. Muore a Savona nel 1880. Oggi la congregazione è diffusa in tutto il mondo: oltre cento case ad occuparsi di asili, scuole, collegi, orfanotrofi, ricoveri per anziani e assistenza nelle carceri femminili e negli ospedali.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”