di Mariella Lentini*
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“Papa buono”, “papa contadino” ma, soprattutto, papa molto amato. Alcuni eventi del suo breve pontificato (1958-1963) sono rimasti impressi nella memoria di chi ha vissuto quei momenti, come il “discorso alla luna” e la visita ai carcerati di Regina Coeli. Nato nel 1881 a Sotto al Monte, nel bergamasco, Angelo Giuseppe Roncalli è il quarto di tredici fratelli. La sua famiglia è poverissima. Sono contadini a mezzadria. Polenta e fagioli o solo polenta sono l’unico cibo per tutti, la carne si mangia due volte all’anno. Eppure in questa famiglia i valori cristiani sono solidi: si recita il Rosario e la speranza e la letizia non vengono mai meno.
Il piccolo Angelo è intelligentissimo. A undici anni entra in seminario. Diventa sacerdote e segretario del vescovo di Bergamo, nel mentre insegna in seminario. Parte come cappellano militare durante la Prima guerra mondiale. Successivamente, nominato vescovo, come diplomatico viene inviato in Bulgaria, Turchia, Grecia e Francia. Durante la Seconda guerra mondiale si attiva a favore degli ebrei in fuga dai nazisti. Nel 1953, nominato cardinale, si stabilisce a Venezia. Il piccolo Angelo non poteva immaginare quello che sarebbe successo il 28 ottobre 1958.
All’età di 77 anni Angelo viene eletto papa con il nome di Giovanni XXIII. Nel suo pontificato assume subito decisioni epocali: convoca il Concilio Vaticano II riunendo, in pochi mesi, vescovi e cardinali provenienti da tutto il mondo insieme a religiosi di altre confessioni, come ortodossi e protestanti. L’intenzione di Giovanni XXIII è quella di lanciare un messaggio di pace e modernità alla Chiesa.
Angelo Roncalli si fa amare per il suo carattere allegro: il sorriso, la simpatia, ma anche l’umiltà. Il giorno di Natale del 1958 visita i bambini ricoverati al Bambin Gesù di Roma e viene scambiato da qualche piccolo per Babbo Natale. Il giorno dopo, festa di Santo Stefano, avviene un commovente incontro con i carcerati al Regina Coeli di Roma. Le parole di speranza e fratellanza, rivolte ai detenuti, arrivano al cuore di tutti. Tra di loro uno corre verso il pontefice e gli chiede, piangendo, se il suo discorso vale anche per lui, pur avendo commesso un grave reato. Giovanni XXIII ammutolisce e lo abbraccia stringendolo a sé. Un’ultima raccomandazione ai detenuti: «Scrivete a casa e raccontate che il papa è venuto a trovarvi».
Il “discorso della luna”, piena e splendente su Roma la sera dell’11 ottobre 1962, improvvisato dal balcone davanti a Piazza San Pietro gremita di fedeli, accorsi per l’apertura del Concilio Vaticano II, rimane memorabile: «Cari figlioli sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume tutte le voci del mondo […], persino la luna questa sera si è affrettata a guardare questo spettacolo […], tornando a casa date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del papa». Il “papa contadino” muore il 3 giugno 1963.
Tanti i miracoli di guarigione a lui attribuiti, come quello di suor Caterina Capitani risanata da una grave malattia allo stomaco, grazie alle preghiere rivolte al “papa buono” morto da tre anni. Il suo borgo natale, Sotto al Monte, è meta di continuo pellegrinaggio. Papa Giovanni XXIII è patrono dei cappellani militari.
Bellissimo il Decalogo della quotidianità (noi lo abbiamo tratto da Solo per oggi. Il decalogo di Giovanni XXIII, Cinisello Balsamo, Milano, Edizioni San Paolo 2012) da lui composto:
1. Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata, senza voler risolvere il problema della mia vita tutto in una volta.
2. Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà; non alzerò la voce; sarò cortese nei modi; non criticherò nessuno; non pretenderò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.
3. Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell’altro mondo, ma anche in questo.
4. Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino tutte ai miei desideri.
5. Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a qualche lettura buona, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così la buona lettura è necessaria alla vita dell’anima.
6. Solo per oggi compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.
7. Solo per oggi farò almeno una cosa che non desidero fare, e se mi sentirò offeso nei miei sentimenti, farò in modo che nessuno se ne accorga.
8. Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò a puntino, ma lo farò. E mi guarderò da due malanni: la fretta e l’indecisione.
9. Solo per oggi crederò fermamente, nonostante le apparenze, che la buona provvidenza di Dio si occupa di me come di nessun altro esistente al mondo.
10. Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere alla bontà. Posso ben fare, per dodici ore, ciò che mi sgomenterebbe, se pensassi di doverlo fare per tutta la vita.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”