di Mariella Lentini*
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Il culto per la “Santuzza”, come viene devotamente chiamata Rosalia, è fortemente radicato in Sicilia e a Palermo in particolare, città di cui è patrona. Siciliana di origini normanne, Rosalia nasce a Palermo nel XII secolo. Figlia del duca Sinibaldi e di Maria Guiscarda, cugina del re normanno Ruggero II, vive alla corte della regina Margherita e del re Guglielmo I di Sicilia. La sua straordinaria e raffinata bellezza alletta i giovani nobili, ma lei manifesta la sua inclinazione religiosa scegliendo di vivere da eremita. Si ritira in una grotta sul Monte Pellegrino, vicino a Palermo, dove, cibandosi del poco necessario per sopravvivere, passa il resto della sua vita pregando in solitudine.
Non vi sono notizie certe della sua fine avvenuta, secondo la tradizione, il 4 settembre 1160. Il culto per la santa si diffonde cinque secoli dopo, nel 1624, quando appare in sogno ad una donna febbricitante. La malata, ubbidendo alle parole di Rosalia, si reca alla grotta sul Monte Pellegrino e bevendo l’acqua che filtra dalle rocce guarisce. Rivede, poi, in sogno la santa che le indica dove è stata sepolta.
Fatte le ricerche il 15 luglio 1624 vengono trovati i resti. Non avendo, però, prove certe le autorità religiose non le riconoscono come reliquie della santa, ma avviene un altro miracolo. A Palermo c’è la peste e il popolo assiste impotente alla micidiale epidemia, invocando e pregando Dio. Un uomo, rifugiato sul Monte Pellegrino, vede in sogno la santa che chiede di portare le reliquie trovate in processione per le vie della città. I palermitani, disperati, si aggrappano con devozione a questa speranza. Così l’urna contenente le reliquie viene portata in processione, seguita dal popolo implorante. La peste passa in pochi giorni e la città è salva.
Per ricordare questo prodigio e onorare la santa, ogni anno, a Palermo, il 15 luglio si celebra una grande festa chiamata il “Festino” (U Fistinu). La statua della “Santuzza” viene portata in processione lungo le vie principali, dalla Cattedrale al Foro Italico, passando da corso Vittorio Emanuele, seguita da un corteo storico, dalla folla di fedeli e dalle autorità religiose. Il 4 settembre, invece, si celebra il “pellegrinaggio” (per i palermitani l’Acchianata, “salita”).
Secondo la tradizione, chi ha fatto il “voto” percorre a piedi nudi tutta la strada fino in cima al Monte Pellegrino, dove nella grotta si trova distesa la statua di Santa Rosalia, interamente rivestita d’oro. Il nome Rosalia avrebbe origine da rosa e giglio (in latino lilium, fiore simbolo di purezza). La “Santuzza” viene invocata contro i terremoti.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”