di Mariella Lentini*
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Nato a Montpellier (Francia) nel 1350 circa, Rocco (dal tedesco “grande e forte”) rende felici i suoi genitori che per avere un figlio hanno tanto pregato la Madonna. Il bambino nasce con una croce rossa impressa sul petto. Suo padre e sua madre, ricchi e nobili, cristiani e caritatevoli, insegnano a Rocco la bontà d’animo. Quando a vent’anni Rocco rimane orfano, decide di seguire il Vangelo fino in fondo. Vende i suoi beni, li distribuisce ai poveri e aderisce al Terz’Ordine Francescano. Si veste da pellegrino, con una mantella, un cappello a falde larghe per ripararsi dal sole, un bastone con appesa una zucca vuota come borraccia, una conchiglia per bere alle fonti, gli stivali e il Rosario appeso alla cintura.
La sua meta è Roma per andare a visitare la tomba degli apostoli Pietro e Paolo. A quei tempi, però, infuria l’epidemia di peste che in Europa porta alla morte oltre venti milioni di persone. Rocco durante il suo viaggio si ferma presso i lazzaretti per curare gli ammalati abbandonati da tutti. Forte della sua fede in Gesù e con un segno della croce tracciato sui contagiati, il giovane compie miracoli di guarigione e la sua fama si estende in tutte le città da lui visitate: Acquapendente (Viterbo), Rimini, Forlì, Parma, Cesena, Bologna.
Arrivato a Roma guarisce dalla peste un cardinale che per riconoscenza lo fa incontrare con il papa. Sulla via del ritorno Rocco presta soccorso a tanti altri contagiati, fino a quando lui stesso si ammala a Piacenza. Per non essere di peso si rifugia in un bosco. Grazie a un cagnolino che tutti i giorni gli porta un tozzo di pane, Rocco non muore di fame. Il nobile Gottardo, incuriosito, un giorno segue il suo cagnolino e, riconosciuto nel pellegrino ammalato il famoso guaritore Rocco, lo accoglie in casa e lo cura.
Il giovane si ristabilisce e riprende il suo cammino verso la Francia, ma a Voghera (Pavia) viene imprigionato perché creduto un malfattore. Il pellegrino non svela la sua vera identità perché, per umiltà, si era ripromesso di non sfruttare a suo vantaggio le sue nobili origini. Trascorre cinque anni in carcere e dopo la sua morte, avvenuta intorno al 1379, grazie alla croce rossa impressa sul petto dalla nascita, i suoi accusatori scoprono la verità.
Rocco viene onorato con un sontuoso funerale e le sue spoglie oggi riposano a Venezia, presso la chiesa a lui intitolata. È protettore di prigionieri, invalidi, viaggiatori, pellegrini, farmacisti e cavatori di pietre. Protegge anche il cinema, la casa, le ginocchia e i cani. Viene invocato contro le epidemie, le malattie contagiose, il colera, i disastri naturali e le malattie degli animali.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”