di Mariella Lentini*
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Catanzaro è chiamato paese delle tre V: Vento, Velluto, Vitaliano. Il vento soffia quasi sempre sulla città, situata tra il Mare Ionio e quello Tirreno, la produzione e il commercio del velluto l’hanno resa ricca e famosa fino al 1800, Vitaliano è l’amato santo patrono e protettore.
Di Vitaliano, diventato popolare soprattutto nell’Italia meridionale, si hanno poche notizie. Vissuto nel VII secolo, secondo alcune fonti sarebbe originario di Capua (Caserta) o di Montesarchio (Benevento).
Vitaliano è un uomo dalle mille virtù. Così il popolo di Capua lo nomina vescovo (alcune fonti lo indicano anche come vescovo di Benevento). Vitaliano è molto amato, ma anche invidiato da chi avrebbe voluto essere al suo posto. Un giorno gli giocano un brutto scherzo. Sostituiscono la sua tunica con indumenti da donna. Vitaliano al mattino non si accorge di nulla e, con indosso una tunica femminile molto somigliante a quella vescovile, si reca a visitare un malato. Viene subito schernito e accusato di predicare bene ma razzolare male.
Il vescovo riesce a discolparsi e si mette in viaggio verso Roma per dichiarare la verità sull’increscioso accaduto. Durante il tragitto viene raggiunto dai suoi calunniatori, chiuso in un sacco e buttato nel fiume Garigliano. Per intervento divino Vitaliano si salva e naufraga sulla spiaggia di Ostia (Roma) dove viene rifocillato e accolto da alcuni pescatori. Nel mentre Capua viene punita con mesi di carestia, siccità ed epidemie. La gente cattiva capisce il male fatto. Pentita implora il perdono e prega Vitaliano di tornare a Capua per aiutare il popolo in lacrime. Il vescovo torna a Capua e, con le sue preghiere, fa subito scendere la pioggia, ma non si ferma.
Preferisce fare vita da eremita su un’altura chiamata Montevergine (Avellino) dove costruisce una piccola chiesa dedicata a Maria, madre di Gesù. In questo stesso luogo nel XII secolo San Guglielmo da Vercelli fonderà il famoso Santuario della Madonna di Montevergine.
Vitaliano muore nel suo eremo nel 699. Le sue spoglie vengono portate a Benevento e poi definitivamente collocate nella Cattedrale di Catanzaro, di cui è patrono. La città calabrese, capoluogo di Regione, è molto devota al suo santo (invocato contro le calamità naturali) anche per essere stata salvata, per sua intercessione, dal devastante terremoto del 1783 e ogni anno, il 16 luglio, lo festeggia solennemente.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”