di Mariella Lentini*
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È scienziata, filosofa, musicista, poetessa, scrittrice, teologa, esperta in medicina, politica, viaggiatrice e predicatrice. Una donna del Medioevo, monaca benedettina, rivoluzionaria, anticonformista, famosissima per la sua cultura e per la sua personalità in un’epoca in cui le donne erano relegate in casa e le monache chiuse in convento. Ildegarda è l’ultima di dieci figli. Nasce nel 1098 in Germania, a Bermesheim, in una famiglia aristocratica. È fragile e di salute cagionevole. A otto anni viene condotta in monastero dove la monaca Giuditta si occupa della sua educazione.
Ildegarda non è una bambina come tutte le altre. Per anni non dice nulla a nessuno tenendo segrete le sue visioni che provengono dal Cielo e la voce di Dio che parla alla sua anima, esperienze mistiche che avverte dall’età di cinque anni e che la accompagneranno per tutta la vita. Diventa monaca e badessa del monastero e in seguito decide di fondare un altro convento, sul Monte di San Ruperto (a Bingen, sul fiume Reno), dove accoglie le monache che aumentano sempre di più. Ildegarda non può studiare nelle università, esclusivamente riservate agli uomini. Tuttavia possiede una cultura e una creatività eccezionali, talenti che le sono stati “infusi”, cioè donati da Dio. Ildegarda ama il Creato: i pianeti, le piante, gli animali e gli uomini perché frutto ed espressione del divino. Scrive libri di scienze naturali (descrive i minerali, il mondo animale e la capacità di erbe, cibi e pietre di guarire) e importanti testi di filosofia e religione cattolica; compone musica e inni per cantare la gioia al Signore, oggi presenti nelle classifiche discografiche mondiali.
Precorre i tempi in maniera stupefacente: intuisce il funzionamento del corpo umano immaginando la circolazione del sangue. È celebre sia tra gli umili sia tra i potenti. Ildegarda non sta chiusa in convento. Il suo mal di testa la opprime e la salute non l’accompagna. Eppure, instancabile, non si ferma mai: viaggia in Germania e in Francia, predica nelle cattedrali e nelle piazze (fatto stranissimo per una donna nel Medioevo), visita conventi, scrive all’imperatore Federico Barbarossa e al papa per scuotere le coscienze, difendere i poveri, esortare a operare per il Bene. È anche guaritrice: con erbe e cibi risolve tante malattie: finocchi, castagne, farro e chiodi di garofano per Ildegarda sono gli alimenti della gioia. Nonostante la precaria salute, muore all’età di 81 anni, nel 1179, a Bingen, acclamata santa dal popolo. Proclamata dottore della Chiesa nel 2012, è patrona dei filologi.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”