di Mariella Lentini*
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È un santo molto amato in Bulgaria. Più desidera stare solo e più la gente lo cerca e lo trova. Giovanni di Rila (Ivan Rilski) nasce a Skrino (Bulgaria) nell’876. È un bambino che ama la solitudine e stare a contatto con la natura. La sua vita è tutta rivolta alla spiritualità. Per lui gli oggetti, il lusso e le comodità non hanno valore. Allora non ci si deve stupire se, quando perde entrambi i genitori molto ricchi, regala l’eredità ai poveri. Per sé tiene solo una pelliccia per difendersi dal freddo e, diventato monaco, va a rifugiarsi in montagna, dentro ad una capanna. Si ciba di erbe selvatiche che intorno a lui abbondano. Non parla mai con nessuno, prega tutto il giorno diventando un vero e proprio eremita, capace di fare miracoli.
Un giorno alcuni briganti, trovando il posto adatto come nascondiglio, lo cacciano via. Il monaco si rimette in cammino. Trascorre dodici anni in una grotta per poi trasferirsi ancora, questa volta dentro un grande albero al cui interno si è formata una caverna. Qui l’eremita si sente al sicuro. Non gli serve null’altro per vivere. Gli basta pregare e mangiare un po’ di erba. Eppure, nella Bulgaria di quei tempi, in pieno Medioevo, senza Internet, automobili, né telefono, Giovanni viene scoperto. Tutti parlano di questo strano individuo che prega, parla con Dio e guarisce i malati.
Il monaco, infatti, compie tanti prodigi. La sua fama non può che aumentare sempre di più. La quiete tanto anelata viene interrotta dai contadini delle campagne circostanti che lo raggiungono per chiedergli consiglio e aiuto. Giovanni è buono, ascolta, aiuta e poi scappa perché vuole stare solo. Arriva in cima a un monte, alto più di mille metri, che si chiama Rila, a Est della Bulgaria, dove decide di stabilirsi all’aperto, senza nessuna copertura, sotto la pioggia, la neve, il vento. Eppure sopravvive per sette anni. Pregando. In questo posto così impervio e difficile da raggiungere, sono rarissime le persone che riescono ad avvicinarlo.
Pure lo zar bulgaro Pietro vorrebbe incontrarlo, ma deve rinunciarvi e accontentarsi di vederlo da lontano. Giovanni rifiuta qualsiasi regalo, anche l’oro e gli oggetti preziosi offerti dallo zar. Per Giovanni non importa “avere”, ma “essere”. L’eremita viene, poi, imitato da altri monaci che lo raggiungono e la comunità si ingrandisce. Nasce, così, il Monastero di Rila, il santuario mariano più importante e ancora oggi il più visitato della Bulgaria, dedicato alla Madonna Protettrice (dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco), dove Giovanni muore nel 946.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”