di Mariella Lentini*
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Nel 1273, a Salle, un paese abruzzese immerso nel parco nazionale della Majella (Pescara), nasce un bambino che i genitori Tommaso e Benvenuta battezzano Santuccio. Quasi a preannunciare il suo nome, fin da piccolo Santuccio dimostra una straordinaria bontà d’animo. Ai litigi preferisce la pace, alla vendetta il perdono. Si narra che un giorno un vicino di casa, per dispetto, abbia ammazzato un animale della sorella lasciandoglielo sull’uscio di casa. La sorella, furibonda, chiede a Santuccio di vendicarla, ma quando il ragazzino, a Messa, incontra il colpevole, invece di aggredirlo, gli porge la mano come segno di pace.
A sedici anni Santuccio si aggrega ai monaci eremiti che vivono sul Monte Morrone di Sulmona (L’Aquila), guidati da Pietro Angeleri da Isernia. Diventa il discepolo più caro e cambia il nome in Roberto da Salle. Quando Pietro Angeleri accetta di diventare papa Celestino V, propone al suo fidato monaco di seguirlo e vorrebbe nominarlo cardinale. Roberto rifiuta perché non vuole abbandonare la sua esistenza fatta di solitudine e di regole severissime: mangiare poco o, il più delle volte, nulla, indossare ruvida stoffa, pregare giorno e notte. Durante il papato di Celestino V, Roberto vive presso il Monastero di San Giorgio a Roccamorice (Pescara).
Quando Celestino V, il 24 dicembre 1294, rinuncia al pontificato e ritorna sui monti della Majella tra i suoi monaci eremiti, Roberto prova immensa gioia. Purtroppo, poco dopo, Pietro da Morrone viene richiamato a Roma dal nuovo papa Bonifacio VIII e rinchiuso in un eremo dove si spegne il 19 maggio 1296. Roberto, lo stesso giorno in cui papa Celestino V muore, avverte, anzi, “vede” la fine del suo padre spirituale e comunica in anticipo il tragico evento agli altri monaci. Roberto da Salle compie anche miracoli: guarisce le gambe atrofizzate di Maria, una bambina molisana di Morrone del Sannio (Campobasso), la lebbra di un confratello e un uomo che da pazzo furioso, dopo un lungo sonno, si risveglia rinsavito.
Diventato priore dei monaci Celestini (discepoli di Pietro da Morrone), fonda e rinnova alcuni monasteri: Santo Spirito a Roccamorice e San Tommaso a Caramanico (Pescara); Santa Croce di Roccamontepiano, a Gessopalena, Civitella di Chieti, Lama dei Peligni, Atessa (Chieti). Muore a Morrone del Sannio nel 1341. Ora “Santuccio” riposa a Salle, dove è nato e ogni anno viene festeggiato sia dagli abitanti di Morrone del Sannio, sia da quelli di Salle con processioni, musica e fuochi pirotecnici.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”