di Mariella Lentini*
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San Celestino V è un papa diventato celebre per aver pronunciato “il gran rifiuto”, ovvero per aver rinunciato spontaneamente al pontificato. Fatto più unico che raro nella storia della Chiesa cattolica, eguagliato, nel febbraio 2013, solo dal contemporaneo papa Benedetto XVI, Joseph Ratzinger. Torniamo al passato.
Nel 1214 circa, a Isernia o Sant’Angelo Limosano (Campobasso) – entrambi i Comuni ne rivendicano i natali – nasce un bambino di nome Pietro Angeleri. I genitori sono umili contadini e la famiglia è allietata dalla nascita di tanti bambini. Pietro studia per diventare sacerdote, sogno che riesce a realizzare. Però la sua aspirazione più grande è vivere da eremita per pregare e lodare Dio. Con il consenso dei superiori, si rifugia in una grotta, sul Monte Morrone di Sulmona (provincia dell’Aquila, in Abruzzo). La gente comincia a parlare di questo sacerdote buono, che vive da solo. Qualcuno racconta di aver visto compiere da lui miracoli di guarigione.
Pietro da Morrone non viene lasciato nel suo quieto vivere. Molti lo cercano e lo raggiungono nel suo eremo. Pietro trova altri rifugi in luoghi sempre più impervi e difficili da scovare che, però, vengono puntualmente trovati dai fedeli. I discepoli, intenzionati a vivere come lui tra i monti, in mezzo alla natura, diventano così numerosi da indurre il sacerdote ad organizzarli in un nuovo Ordine di monaci che verranno chiamati “Celestini” (deriva dal latino e significa “Venuti dal Cielo”).
Nel 1292 muore papa Nicolò IV e i dodici cardinali che devono eleggere il successore non trovano un accordo. Per due anni litigano su chi tra di loro deve essere nominato papa. Il santo molisano, eremita sulle montagne della Majella (Abruzzo), scrive ai cardinali una dura lettera, esortandoli ad eleggere il capo della Chiesa. I cardinali decidono, allora, di eleggere proprio lui, il saggio eremita amato da tutti.
Nel 1294, all’età di 80 anni, con il nome di Celestino V, Pietro da Morrone accetta, suo malgrado, la nomina: la sua onestà e la sua semplicità contrastano con gli intrighi e i giochi di potere che ruotano attorno al papato. Infatti, dopo pochi mesi, Celestino V, come nessuno prima di lui aveva fatto, si dimette rinunciando al papato. Vorrebbe isolarsi dal mondo e tornare a fare l’eremita, ma il suo successore papa Bonifacio VIII lo rinchiude in un castello, a Fumone (Frosinone), dove il santo si spegne nel 1296. Nel 1313 papa Celestino V viene proclamato santo.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”