di Mariella Lentini*
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«Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?”. Gesù gli disse: “[…] Tu conosci i comandamenti: non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”. Egli allora gli disse: “Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza”. Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!”».
Per tenere fede a questo passo del Vangelo scritto dall’apostolo Marco (10,17-21), il ricco e nobile polacco Giacomo Strepa regala ogni sua ricchezza ai poveri, e, ancora giovanissimo, indossa il saio francescano per seguire le orme del “Poverello d’Assisi” San Francesco. Nasce nel 1340 nel territorio di Cracovia (Polonia). Entrato in convento inizia la sua opera di evangelizzazione. Il Paese dove desidera svolgere la sua missione è la vicina Ucraina.
Messo alla guida di un convento a Leopoli (Ucraina), Giacomo si trova di fronte a un compito difficile che, però, instancabile, cerca di assolvere spendendo tutte le sue energie, senza fermarsi un attimo. In questa città, infatti, esistono divisioni e dissapori tra chi segue la religione cattolica e quella ortodossa. Ma un altro incarico, ancora più faticoso, aspetta Giacomo: portare il messaggio di Gesù al popolo della Russia. Egli riesce nel suo intento e viene nominato vescovo di Halicz (Polonia) e, in seguito, di Leopoli. Inarrestabile, Giacomo fa costruire chiese, monasteri, ospedali, scuole.
Il vescovo pensa alle anime dei suoi fedeli, ma anche al benessere del corpo. Ha a cuore i poveri e a loro indirizza il denaro raccolto dal vescovado, per nutrirli, vestirli, curarli. Umile, a piedi, vestito con il semplice saio, visita ogni chiesa, ogni parrocchia, inoltrandosi nei posti più sperduti. La sua grande fede, incrollabile, lo sorregge e gli dà forza. La devozione alla Madonna e la preghiera del Rosario recitata ogni giorno, da lui molto raccomandata, sono la sua vera ricchezza.
Amato da tutti, Giacomo Strepa muore nel 1409 a Leopoli. Nominato “difensore della patria” per i suoi meriti civili, si narra di tanti miracoli avvenuti per sua intercessione. Il Beato Giacomo Strepa oggi riposa nella Cattedrale di Leopoli, meta di continui e devoti pellegrinaggi.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”