di Mariella Lentini*
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Giulio Cesare Russo, nato a Brindisi nel 1559 da Guglielmo ed Elisabetta Masella, fin da piccolo dimostra di essere buono e intelligentissimo. Da bambino, nel convento dove studia, lo fanno predicare in pubblico come era consuetudine a quei tempi. A quattordici anni rimane orfano e si trasferisce a Venezia da uno zio sacerdote. Cesarino può continuare i suoi studi: filosofia a Padova e teologia a Venezia. “Divora” i libri e impara a memoria la Bibbia.
Entrato nell’Ordine Francescano, prende il nome di Lorenzo da Brindisi. Con un fisico imponente, un bel viso e un modo di predicare che incanta, viene inviato in Italia e in Europa a diffondere il Vangelo. Tanti, assistendo alle sue prediche, si convertono e cambiano vita. Per le sue qualità, il sacerdote viene chiamato pure alla guida del suo Ordine, incarico che lo porta ad essere sempre in viaggio, anche se lui vorrebbe solo studiare e pregare. Lo rispettano anche gli avversari della Chiesa, per il suo comportamento che rispecchia coerentemente quello che predica.
Cammina scalzo, indossa un ruvido saio, si ciba di frutta, verdura e pane, e qualche sardina. Tutti i sabati digiuna per tenere fede a un voto fatto alla Madonna che lo ha guarito, in gioventù, da una grave malattia. Diventa famoso per aver aiutato spiritualmente, come cappellano, le truppe cattoliche impegnate contro i Turchi in Europa. Durante la battaglia di Albareale (Ungheria) Fra Lorenzo affronta frecce e lance senza essere mai colpito, armato solo di un crocifisso.
Per i cattolici è un santo, per i Turchi è un mago. Il cappuccino riveste anche il ruolo di pacificatore e di ambasciatore per conto del papa e dei sovrani cattolici e, nelle controversie, si batte sempre a favore dei sudditi perché più deboli. L’ultima missione la compie in Portogallo dove incontra il re Filippo III di Spagna. Lo mandano i nobili e i sudditi napoletani, oppressi dal viceré spagnolo Pietro Giron, duca di Osuna. Fra Lorenzo chiede al re di Spagna di intervenire a difesa del popolo napoletano e gli preannuncia la propria imminente fine e quella dello stesso re, entro due anni, se non avesse cambiato condotta.
Lorenzo muore poco dopo a Lisbona (Portogallo) nel 1619, e il re nel 1621 poiché non ha ascoltato le parole del sacerdote. A Brindisi (città di cui il santo è patrono) si può visitare la Chiesa Santa Maria degli Angeli fatta costruire da Fra Lorenzo sul luogo dove è nato. Al suo interno è custodita la croce usata dal santo nella battaglia di Albareale. Lascia voluminosi scritti che San Giovanni XXIII, papa Angelo Giuseppe Roncalli, proclamatolo dottore della Chiesa, definisce “veri tesori di sapienza”.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”