di Giuseppe Adernò
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I contrasti e le opposizioni sulle celebrazioni del 25 aprile appaiono, come ha scritto in un corsivo Andrea Cangini, una pioggia di “coriandoli della Storia d’Italia in un eterno carnevale della disunità nazionale”.
La pietra miliare posta da Gianfranco Fini nel 1995, a Fiuggi: “l’antifascismo fu il momento storicamente essenziale per il ritorno ai valori democratici che il fascismo aveva conculcato”, non sembra convincere coloro che ancora reclamano dichiarazioni di antifascismo.
Nell’omaggio alla memoria del socialista Giacomo Matteotti, come risposta al Governo di Destra, sembra aver dimenticato che Antonio Gramsci qualificava Matteotti “un pellegrino del nulla”; Palmiro Togliatti gli dava del “socialfascista” e che l’Unità lo definiva un “idiota insolente”.
Un altro interrogativo sull’atteggiamento dell’ex premier Giuseppe Conte che esalta la resistenza armata dei partigiani italiani e si oppone ad armare i partigiani ucraini minacciati da chi in questo particolare momento storico incarna il fascismo contemporaneo.
La strumentalità politica e la debolezza storiografica si intrecciano nel fare assumere colori diversi alla festa della liberazione che si celebra il 25 aprile, data della rinascita democratica del Paese.
Oggi la nuova tecnologia che pone al centro l’intelligenza artificiale segna la quarta rivoluzione industriale che, non essendo un processo naturale, dovrà essere necessariamente governata e “se rinunciamo a governarla sarà la fine”.
La cultura della sostenibilità ambientale e della digitalizzazione tecnologica hanno preso il sopravvento sull’uomo, mettendo “sotto il moggio” la “cultura della persona” e la storia che viviamo si presenta appiattita ad una sola dimensione,. Manca, infatti, la visione dell’oltre, del dopo, dell’Assoluto.
Anche il tema del XIII Summit sulla professione docente che si svolge a Washington dal 25 al 27 aprile, con la partecipazione del Ministro Giuseppe Valditara, ha come tema “Il futuro in bilico: il ruolo cruciale dell’insegnamento per l’impegno globale, la sostenibilità e l’accesso digitale” – (Poised for the Future: Transformative Teaching for Global Engagement, Sustainability, and Digital Access).
Il summit affronta la necessità di rilanciare la professione docente, in crisi in molti Paesi, migliorando la condizione economica e il ruolo sociale degli insegnanti. Farà luce sul come rendere i sistemi educativi più adatti al fine di dare risposte adeguate ai bisogni degli studenti nel processo di sviluppo delle competenze e dei valori di cittadinanza e poi ancora a sostegno della personalizzazione della didattica e dell’inclusione.
Qui dovrebbe prevalere non solo il ruolo decisivo delle tecnologie, ma ancor più il valore della cultura personalistica a garanzia di un futuro della sussidiarietà, “pilastro del benessere e della coesione sociale”.
Tanto si può fare. Basta volerlo!.