di Mariella Lentini*
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Questa storia è veramente fiabesca. Tutto inizia nell’anno 250 a Efeso, nell’attuale Turchia. Sette giovani, Costantino, Dionisio, Giovanni, Massimiano, Malco, Marciano e Serapione, vengono convocati dal crudele imperatore romano Decio, persecutore dei cristiani. L’imperatore li lascia liberi e si reca in un’altra città, però minaccia i sette giovani che al suo ritorno li avrebbe scovati dappertutto e che, se non avessero rinnegato il loro Gesù, li avrebbe giustiziati. I Sette decidono di regalare i loro averi ai poveri, tenendosi solo alcune monete, e di rifugiarsi sul Monte Celion, in una grotta. Ogni tanto Manlio si reca in città travestito da mendicante per comprare cibo.
Un giorno il giovane apprende la notizia che l’imperatore è ritornato. Corre più forte che può senza acquistare nulla e torna dai suoi compagni che, malgrado la paura, alla sera si addormentano. Decio, intanto, è riuscito a farsi rivelare il loro nascondiglio e, durante la notte, ordina ai suoi soldati di murare l’ingresso della grotta. Il destino dei Sette cristiani è di morire di fame e di sete. Invece, il giorno dopo i Sette si svegliano e mandano Manlio in città per avere notizie di Decio e per procurarsi il pane. Manlio esce dalla caverna e vede tante pietre sparse qua e là che il giorno prima non c’erano. Procede, poi, verso Efeso e nota delle case nuove e ad ogni porta incisa una croce. Rimane sbalordito ma la fame lo porta subito a cercare un panettiere. Chiede sette pagnotte e consegna una moneta. Il commerciante guarda stupito la moneta e, con tono accusatorio, chiede al giovane se avesse trovato un tesoro, ma il giovane balbetta che la moneta è sua. Non creduto viene portato davanti al console romano e al vescovo che, dubbiosi, ascoltano il suo racconto. Quella moneta ha impresso il nome di Decio, l’imperatore romano vissuto duecento anni prima.
Che cosa è successo? Manlio accompagna il console e il vescovo, seguiti dalla folla, alla grotta dove li attendono gli altri compagni. Qui il vescovo, in mezzo alle pietre, trova un foglio ingiallito dal tempo dove viene descritto il martirio dei Sette giovani che hanno dormito per due secoli e si sono risvegliati verso il 450, quando un pastore ha demolito il muro perché intenzionato ad usare la grotta come rifugio per i suoi animali. Intanto il Cristianesimo è diventata religione dell’impero. Si grida subito al miracolo, e i Sette Santi Dormienti, protettori di chi soffre d’insonnia, questa volta, si addormentano per sempre.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”