di Mariella Lentini*
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Sansone deriva dall’ebraico e significa “piccolo sole”. Nato nel Galles (Gran Bretagna) nel 485 circa, Sansone è il primo di sette fratelli. I suoi genitori, nonostante siano anziani e sterili, miracolosamente concepiscono tanti figli. Sansone ha una memoria e un’intelligenza straordinarie e studia per diventare sacerdote. Impara l’alfabeto in un solo giorno e gli basta un solo mese per apprendere il latino. Quando viene ordinato prete una colomba bianca si posa sulla sua spalla.
Sansone, che è alla ricerca di solitudine e di anonimato, si trasferisce nell’isola di Caldey, dove diventa abate del monastero. Conduce una vita povera, fatta di sacrificio, tanto che per dormire gli basta appoggiare la testa a una parete. Alcuni viandanti lo convincono a ritornare nel Galles. Così Sansone intraprende il viaggio di ritorno verso il suo paese d’origine, dove si reca a trovare la sua famiglia che converte a una vita evangelica. Ancora una volta il sacerdote si rifugia in un luogo isolato, nei pressi del fiume Severn.
La sua vita cambia quando ha la visione di alcuni santi che gli preannunciano la sua nomina a vescovo. La profezia avviene poco dopo e, questa volta, alla colomba posata sulla spalla si aggiunge un alone di fuoco che circonda la testa di Sansone. Il vescovo è instancabile e converte intere popolazioni pagane. Mentre celebra la Messa ha visioni di angeli. Uno di loro gli dice che deve attraversare il mare. Sansone ubbidisce e sbarcato in Francia, a Guyoult, nell’attuale Bretagna, con le sue preghiere compie un miracolo guarendo la moglie e la figlia del possidente Privatus che, per riconoscenza, dona al vescovo alcuni terreni situati a Dol (Bretagna).
Qui Sansone fa costruire un convento e, grazie alla sua opera di evangelizzazione, la Bretagna si converte al Cristianesimo. In seguito il vescovo estende la sua predicazione anche in Normandia (Francia) e a Pental (attuale Comune di Saint–Samson–sur–Risle) fa sorgere un monastero. Si narra che in questo convento Sansone fosse disturbato da un assordante starnazzare di numerose oche selvatiche. La sua pazienza è messa a dura prova. Sansone non ne può proprio più. Fa entrare tutte le oche in convento e per una notte le tiene chiuse in una stanza. Il giorno dopo, le lascia libere ordinando loro di fare silenzio. Da allora le oche non disturberanno più il vescovo. Sansone muore a Dol nel 565, nel suo monastero, all’età di 80 anni.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”