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di Mariella Lentini*

«Siate straordinari nelle cose ordinarie». Questo è il motto di Giuseppe Marello, nato a Torino il 26 dicembre 1844 da una famiglia agiata (il padre Vincenzo è un commerciante di formaggi). Nel 1848 muore la madre Anna Maria Viale e a sette anni, con il fratello Vittorio, si trasferisce dai nonni paterni a San Martino Alfieri (Asti), luogo d’origine del padre. Tra le rigogliose colline e i verdi vigneti astigiani, Giuseppe trascorre la sua infanzia.

Ragazzo buono e altruista, chierichetto e catechista degli altri bambini, è già devoto a Gesù. La vocazione si rivela quando, a dodici anni, si reca in pellegrinaggio al Santuario della Madonna della Misericordia di Savona. Davanti all’altare sente che Dio lo chiama. Nel 1856 entra nel seminario di Asti, ma poi ci ripensa e lo abbandona. Gravemente malato di tifo, avverte che la Madonna lo invita a riprendere gli studi. Giuseppe prega, ottiene la guarigione, ritorna in seminario e nel 1868 viene ordinato sacerdote nella Cattedrale di Asti.

Don Marello sente che deve adoperarsi per il bene della società. Ispirandosi a San Giuseppe il falegname, sposo di Maria, uomo giusto, di profonda fede e difensore della famiglia, nel 1872, all’Istituto Michelerio di Asti, con quattro giovani, crea la “Compagnia di San Giuseppe”: umili laici che si dedicano ad aiutare giovani, orfani, anziani, ammalati. Nel 1878, assieme ad altri aspiranti al sacerdozio, fonda gli “Oblati di San Giuseppe”, congregazione oggi presente in Italia, in Europa e nel mondo, dove i “giuseppini” fanno nascere scuole professionali e case di riposo.

Dai suoi incontri con Don Bosco, dalle sue affettuose parole e dai suoi preziosi consigli, Don Marello trae la forza per continuare la sua instancabile azione a favore dei derelitti. Nel 1888 viene nominato vescovo di Acqui Terme (Alessandria) e, anche se gli costa abbandonare l’opera da lui creata, Giuseppe Marello visita tutti i paesi della diocesi a lui affidata, anche quelli più difficili da raggiungere. «Una perla di vescovo» lo definisce papa Leone XIII.

Marello muore il 30 maggio 1895 a Savona. «Esempio e modello di carità verso tutti, i giovani, i poveri, gli abbandonati» lo indica ai fedeli San Giovanni Paolo II, papa Karol Wojtyla, nel giorno della sua beatificazione, il 26 settembre 1993, ad Asti. Riconosciuto il miracolo di due bambini peruviani guariti da una grave malattia, nel 2001 Giuseppe Marello viene proclamato santo. Il suo corpo riposa ad Asti, nel cuore della città, in Corso Vittorio Alfieri (Piazza Fratelli Cairoli), nel bel santuario a lui dedicato, meta di devoto pellegrinaggio.

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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