La Fede Quotidiana ospita il breve commento del giovane teologo Matteo Orlando* alle liturgie (Liturgia delle Ore e Liturgia della Parola) di oggi.
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Nella liturgia di oggi, 21 Marzo 2018, Mercoledì della V settimana di Quaresima, il Santo Vangelo (Gv 8,31-42) ci ricorda che noi saremo liberi davvero se il Figlio di Dio ci farà liberi.
«Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi […] chiunque commette il peccato è schiavo del peccato. Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre. Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero. So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro […] Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo. Ora invece voi cercate di uccidere me, un uomo che vi ha detto la verità udita da Dio. Questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro […] Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato».
La libertà che Cristo ci ha donato apre il cuore dei credenti alla fiducia verso il Padre. Il figlio di Dio ci ha liberati dalle nostre schiavitù. Ai pastori della Chiesa ha permesso di professare la sovranità del Signore sempre, se non si lasciano tentare dal successo e dalla potenza. A tutti i cristiani ha permesso di gustare la vera libertà, che Cristo ha donato, se si riconosce Gesù, con fedeltà e amore, come vero Figlio del Padre. Tanti uomini, però, sono rimasti asserviti dall’idolatria del denaro e del benessere, e non hanno ancora sperimentato la potenza liberatrice del vangelo. Tanti sono schiavi del vizio e non riescono a liberarsi.
Essere libero o essere schiavo del peccato, ecco il dilemma che ogni uomo deve affrontare. Essere libero significa appartenere completamente a Dio, fare la sua volontà, poiché egli desidera la nostra salvezza. Essere libero compiendo il bene è fare piacere a Dio. Al contrario, essere schiavo significa andare per la propria strada, essere signori di se stessi, essere succubi di Satana.
Il tempo di Quaresima, che ci permette l’ascolto della parola divina, di pregare (il vescovo santo Agostino ci ricorda oggi che il Figlio di Dio, sarà colui che prega per noi come nostro sacerdote, prega in noi come nostro capo, è pregato da noi come nostro Dio) e di vivere azioni dettate da una fede profonda, può aiutarci a ottenere la liberazione operata per noi da Nostro Signore Gesù Cristo, come hanno fatto i beati (Tommaso Pilchard, Guglielmo Pike, Michele Gomez Loza, Matteo Flathers, Lucia da Verona, i commendatori di Siviglia e Cordova) e i santi (Nicola di Flue, Giovanni di Valenza, Serapione di Thmuis, Giustiniano di Vercelli, Agostino Zhao Rong, Endeus di Aran, Filemone e Donnino di Roma, Elia eremita, Benedetta Cambiagio Frassinello, i martiri Alessandrini, Berillo di Catania, Lupicino, Giacomo il Confessore) ricordati questo primo giorno di primavera, questo 21 marzo di Quaresima.
*Matteo Orlando, laurea in Giurisprudenza e Licenza in Teologia Spirituale, è giornalista pubblicista e autore dei volumi Faithbook: La fede cattolica nel tempo dei conigli e Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi.