di Mariella Lentini*
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C’è sempre la speranza che un giovane ritrovi la retta via. Bartolo Longo nasce nel 1841 a Latiano (Brindisi), in una famiglia benestante. Si trasferisce a Napoli e si laurea in giurisprudenza. Cattive amicizie e ambiente universitario lo allontanano dal Cristianesimo, ma grazie all’incontro con alcune persone buone e un sacerdote, Bartolo ritrova la serenità e Gesù.
La contessa Marianna De Fusco, rimasta vedova con cinque figli, gli chiede di occuparsi dei suoi terreni nella Valle di Pompei (Napoli). Bartolo, diventato avvocato, accetta. Un giorno, mentre cammina senza meta, rimugina sul suo passato lontano da Dio ed ecco arrivare una voce che rivela alla sua anima una missione: diffondere la preghiera del Rosario.
Il giovane assolve a tale compito per tutta la vita e, siccome per lui la preghiera deve essere accompagnata dalle opere di bene, si prodiga per aiutare i poveri. Bartolo viene deriso dai suoi ex compagni, ma non si scoraggia. Insegna il catechismo ai contadini analfabeti di Pompei e parla loro del Rosario, una preghiera semplice in cui si recitano il Padre Nostro, il Gloria al Padre, tante Ave Maria e si enunciano i “misteri”, attraverso i quali si medita sul Vangelo.
Bartolo si reca, poi, in una piccola chiesa diroccata perché desidera collaborare con il parroco. Intanto si sposa con Marianna De Fusco e insieme fondano orfanotrofi maschili e femminili e si occupano dei figli dei carcerati. Secondo la visione dell’epoca per questi bambini non c’era futuro. Invece per Bartolo essi possono essere recuperati e diventare onesti cittadini. Il primo figlio di carcerati ospitato è un piccolo calabrese che diventa sacerdote.
Bartolo e la moglie si preoccupano di insegnare un mestiere agli orfani e istituiscono la Congregazione delle Suore “Figlie del Rosario di Pompei” per l’educazione dei bambini abbandonati. Grazie alle generose offerte raccolte, l’avvocato fa costruire un santuario intitolato alla “Madonna del Rosario”, dedicato alla “Pace nel Mondo”, che attira pellegrini da ogni dove. Attorno al santuario rinasce la città di Pompei, distrutta dall’eruzione del Vesuvio (79 d.C.).
I quadri esposti nella basilica testimoniano le numerose grazie ricevute. Lo stesso Longo viene guarito da una grave malattia. Il quadro della Madonna del Rosario, situato sopra all’altare, era in origine una tela rovinata, donata a Bartolo da una suora di Napoli. Portata fino a Pompei su un carrettino usato per il trasporto del letame, la tela, restaurata, diventa la splendida icona oggi tanto venerata. Bartolo Longo muore nel 1926 a Pompei. Oggi riposa assieme alla moglie Marianna De Fusco nel santuario, vicino alla Madonna.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”