“Parlare di Dio nel Parlamento, per un politico credente, è un dovere ed anche un onore”. Lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il senatore Domenico Scilipoti Isgrò, Forza Italia e Presidente di Unione Cristiana.
Presidente Scilipoti Isgrò, che cosa è Unione Cristiana, fondata da circa un anno?
“Un movimento politico oggi di supporto a Forza Italia, composto da persone di buona volontà, ispirate ai valori giudaico- cristiani. Per essere chiari, parlo sicuramente di cattolici, ma siamo amanti della sintesi e del dialogo con gli ortodossi e gli evangelici. Non ci occupiamo solo della diffusione e della protezione dei principi eticamente non negoziabili, ma siamo orientati alla difesa dell’ ambiente, ai valori della solidarietà e sussidiarietà, ad una economia e finanza giuste e rispettose dell’ individuo. Ovviamente, tra le nostre priorità, figura la centralità e sacralità della vita umana , dal concepimento sino alla fine naturale. Non a caso, sono promotore di una proposta di legge per l’abolizione o almeno la modifica, della legge 194, creando o meglio mettendo in pratica i presupposti collaterali, penso ai consultori, per venire incontro alle donne. Come dicevo prima, la vita deve essere tutelata, come del resto la famiglia, composta da uomo e donna . Trovo sconcertante ed anche allarmante in Italia il tema della scarsa natalità. La politica aiuti ed appoggi concretamente la famiglia e qui il mio pensiero va al lavoro e al fisco”.
Dove sono finiti i cattolici nella politica italiana, dopo le ultime elezioni?
“Mi chiedo dove dappertutto sono quelli che si professano fedeli ai principi giudaico cristiani, e non solo in termini di voti. Allo stato mi sembrano confusi e penso che siano ovunque, in senso trasversale in tutti i partiti. A mio avviso, un credente coerente, non può appoggiare o votare quegli schieramenti promotori di leggi che urtano quella di Dio e naturale. Unione Cristiana rispetta chi non crede e non vuole uno Stato o una politica dominati dalla religione, confessionali, ma la sana laicità è concetto ben diverso dai laicismo. Non siamo settari o fondamentalisti e non vogliamo fondare un governo basato sulla religione, tuttavia che male ci sta, per un credente a portare Dio nel Parlamento? Io non me ne vergogno. Anzi, per un credente, parlare di Dio in Aula è un onore e direi anche dovere. Su alcuni temi la politica ha scelto la libertà di coscienza. Io penso che questa non valga per chi si professa credente ed osservante dei valori giudaico cristiani. ”
E allora un credente per chi non deve votare?
“Non mi sembra sensato partire da per chi non si deve votare. Io valuto la cosa in positivo. A mio avviso, un credente appoggi chi esprime e rispetta i principi di derivazione giudaico cristiana che Unione Cristiana condivide a 360 gradi, non fermandosi solo ad aspetti tematici , come la difesa della famiglia, che pure è centrale”.
In che cosa credete?
“In un umanesimo cristiano integrale. Oggi sembra che la politica non dia troppa importanza, lo abbiamo constatato, ai principi non negoziabili, probabilmente ci si vergogna di essere e soprattutto mostrarsi cristiani. Io non voglio giudicare nessuno e tanto meno obbligare gli altri a scelte etiche, ma resto della idea che occorre testimoniare la propria fede, anche in pubblico, quando ci si dice credenti. Sempre”.
Bruno Volpe