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di Mariella Lentini*

Il nome Ida ha origini tedesche e significa “donna guerriera”. La storia della santa di oggi dimostra come, a volte, siano i figli a trasmettere ai genitori la fede e la via per arrivare alla santità e non viceversa, come spesso accade. Ida nasce intorno al 592 ed è figlia di un conte del regno dei Franchi. Si sposa con Pipino di Landen, uno dei dignitari di corte più influenti poiché è maestro del palazzo del re dei Franchi, Dagoberto II. Pipino e Ida mettono al mondo tre figli: Grimoldo, Begga e Gertrude. Il primogenito prenderà il posto del padre.

Begga diventa badessa del Convento di Andenne-sur-Meuse (Belgio). In particolare è la scelta della giovane figlia Gertrude di dedicarsi a Dio a fare scalpore. A corte, infatti, si dice che lo stesso re Dagoberto pensasse a Gertrude come sua futura sposa. Gertrude è davvero molto giovane. Oggi si fa fatica a pensare a una ragazza che rinuncia alla vita in un castello e alla corte di un re. Si fa fatica a comprendere come una ragazza possa rifiutare comodità, lusso, divertimenti, vestiti eleganti, profumi e cibi prelibati per votarsi al Signore, alla preghiera, alla recita del Rosario, allo studio e alla messa in pratica del Vangelo al servizio dei bisognosi.

Gertrude abbraccia la Regola benedettina che offre l’essenziale per vivere: poco cibo, una cella e un letto, una tonaca come unico vestito. E si ritrova, a soli vent’anni, alla guida del Monastero di Nivelles (attuale Belgio), fatto costruire proprio dai suoi genitori. Pipino e Ida, infatti, invece di conservare tutto il patrimonio per lasciarlo in eredità ai figli, avevano deciso di fondare un Monastero benedettino a Nivelles per farne un centro di cultura, di restauro e conservazione di preziosi libri antichi, di lavoro dei campi, di ricovero e aiuto per poveri e malati. Quando Ida rimane vedova, decide di entrare anche lei in convento. Qui la mamma anziana si ritrova come superiora la figlia, alla quale obbedisce umilmente. La figlia Gertrude, d’altronde, è giovane eppure capace di guidare mirabilmente il monastero, le monache e anche la propria madre. Non solo, è lei a mettere pace tra le varie fazioni, scongiurando guerre che causano morte, violenze inaudite (soprattutto sulle donne), saccheggi, incendi, epidemie e carestie. Ida muore nel suo monastero a Nivelles nel 652.

* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”

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