“Oggi l’Arma vive un momento di dolore – ha detto a Radio Vaticana Italia, don Donatello Palminteri, Cappellano Militare della Legione Carabinieri Lazio -per questo bravo ragazzo, questo vicebrigadiere che si era sposato neanche 40 giorni fa. Si era sposato il 13 giugno, il giorno di Sant’Antonio e aveva scelto quella data in omaggio al suo caro papà. Ci teneva che suo figlio diventasse carabiniere e morì proprio quando Mario è entrato nell’Arma dei Carabinieri. E lui era orgoglioso di essere carabiniere e lo è stato sempre”.
“In caserma lo chiamavano ‘Risorsa’, perché questo ragazzo aveva mille risorse. Risorse nei confronti dell’Arma. Sempre a servizio e a disposizione della gente, una risorsa per i colleghi. Addirittura, qualcuno mi diceva dell’attenzione di Mario nei confronti della persona, anche dell’arrestato… si preoccupava di offrirgli la sigaretta, di offrirgli un panino, di procurargli la cena. Verso tutti…e quindi, oggi, è l’Arma che soffre e perde uno dei suoi bravi figli che si impegnano al servizio della gente e per il bene dell’uomo”, ha ricordato don Palminteri.
Mario Cerciello Rega è morto la notte del 26 luglio in ospedale, al Santo Spirito. All’istituto di medicina legale del Verano è stata eseguita l’autopsia. I fatti che hanno portato alla morte del Carabiniere sono in via di accertamento.
Nella notte romana tra il 25 e il 26 luglio, due turisti americani sono in cerca di cocaina. Spendono 100 euro per una dose si ritrovano con della semplice aspirina tritata. Tornati in Piazza Mastai, zona centrale della capitale, rivogliono i loro soldi dallo spacciatore. Rubano il borsello del pusher e fuggono, minacciando di non restituirlo se non dopo la consegna di una somma pari a 100 euro. Richiesta fatta nel corso di una telefonata.
Arrivati sul posto con la vittima del borseggio i due Carabinieri sono stati aggrediti da uno dei due balordi. Mario Cerciello Rega è rimasto gravemente ferito (poi è morto in Ospedale), un altro commilitone è sopravvissuto all’attacco.
Cerciello Rega amava la sua terra d’origine, la Campania, amava la sua sposa, amava l’Arma. Era volontario per la delegazione romana dell’Ordine di Malta: distribuiva i pasti ai senza fissa dimora e faceva il barelliere durante i pellegrinaggi ad Assisi, Loreto e Lourdes. Alcuni amici lo ricordano felice alla guida del trattore tra i noceti del padre. Una vita radicata “sulla roccia”, dice il Salmo, perchè questo era quanto gli avevano regalato la fede e le sue origini a cui, sempre, sapeva ritornare.
Vorrei chiedere al Cappellano Don Donato, ci sarebbero i presupposti per instaurare l’iter ecclesiastico per chiedere di poter chiedere al Vaticano l’autorizzazione per far si che il Vice Brig. Cervello Rega Mario possa diventare venerabile o servo di Dio.grazie.