In merito alla crisi politica che sta vivendo l’Italia in questi giorni La Fede Quotidiana ha voluto sentire l’opinione del senatore Domenico Scilipoti Isgrò.
Orgogliosamente siciliano (è nativo del comune Messinese di Barcellona Pozzo di Gotto), dopo la laurea in Medicina e Chirurgia (con specializzazione in Ginecologia e Ostetricia) Scilipoti Isgrò, maturata una coscienza critica (e cristiana) ha deciso di impegnarsi attivamente anche in politica. Così è stato eletto Parlamentare alla Camera dei Deputati nell’aprile 2008 e, successivamente, rieletto Parlamentare al Senato della Repubblica nel marzo 2013.
Dal 2016, come responsabile del Movimento Politico di Unione Cristiana Scilipoti Isgrò si sta occupando di diverse tematiche religiose, ambientali, sociali ed economiche in Africa e in giro per il mondo, attività che sono state apprezzate dalla Malaysia, dalla Spagna, dal Burkina Faso, dal Brasile, che gli hanno riconosciuto diverse onorificenze, e dallo Sri Lanka che gli ha conferito anche il “Doctor of Sciences” honoris causa.
Senatore Scilipoti che ne pensa dell’attuale crisi governativa?
“E’ una crisi molto complicata, difficile da risolvere e gestire. Penso anche che sia stata la fine inevitabile di un’ alleanza innaturale tra forze incompatibili. Troppe volte, infatti, erano emerse divergenze che, a mio parere erano insanabili. La soluzione ideale sarebbe stata, allora, un governo delle forze del centro destra unite come si erano presentate alle elezioni, ma così non è stato. La riprova è che a livello amministrativo, il centro destra unito è vincente. Non so come la gestirà il Presidente Mattarella, nella cui saggezza confido e bisogna rispettare le sue scelte. A mio avviso Salvini non ha valutato al meglio tempi e modi della crisi. Reputo il voto la soluzione che rappresenta con giustezza gli interessi degli italiani e gli ideali di democrazia. Del voto nessuno deve avere mai paura. Più volte, tuttavia, ho avuto modo di dire che un politico saggio e responsabile deve anteporre gli interessi del Paese e del bene comune, rispetto a quelli di partito o di parte. Ecco perchè, a mio parere, forse sarebbe meglio far decantare la situazione,approvare la legge di bilancio per scongiurare l’ esercizio di bilancio provvisorio e dopo andare al voto. L’aumento dell’Iva, avrebbe infatti ripercussioni molto gravi. Per completezza, ritengo che non sarebbe sbagliato una riforma elettorale di tipo proporzionale puro, con premio di maggioranza. Durante il dibattito al Senato ho notato una grande assente: la famiglia, quella composta da uomo e donna uniti nel sacramento del matrimonio. Di fatto non se ne è parlato, un peccato”.
Nei dibattiti politici si assiste a scontri verbali sui simboli religiosi. Qual è la sua opinione?
“Sui simboli religiosi in campagna elettorale e nei dibattiti politici si è detto tutto ed il contrario di tutto, spesso esagerando. Valuto in modo positivo che al Senato si sia citato San Giovanni Paolo II ed il rosario, come il Vangelo di San Matteo. Non dobbiamo mai avere paura di far risuonare, anche nelle sedi pubbliche, la Sacra Scrittura che per il politico credente è la bussola, senza ovviamente cadere in uno stato teocratico. Ma bisogna avere ben chiara la distinzione tra sana laicità, della quale parlava saggiamente Papa Benedetto XVI, dal laicismo che è rifiuto radicato dei valori religiosi. Durante il dibattito sulla Legge Cirinnà, legge che urta con il diritto naturale e la ragione e della quale non si avvertiva la necessità, in aula ho citato il Levitico e venni subissato di improperi. Oggi si cita la Scrittura. Meglio così. Un credente, prendendo a prestito San Giovanni Paolo II non deve aver paura, ma spalancare le porte a Cristo e alla Madonna che è Sua Madre. Certo, è lecito obiettare sull’animo e sulla eventuale strumentalità di alcuni gesti, ma nessuno conosce a fondo le intenzioni. In poche parole: la fede non sia mai utilizzata per procacciare consensi o banali fini elettorali”.
Una giornalista del Tg2 è stata criticata dal PD perché indossa il Rosario. Che ne pensa sen. Scilipoti?
“Ho espresso, come Presidente di Unione Cristiana, la mia solidarietà alla giornalista. E’ stato un attacco intollerante e dettato da furore anti cristiano, frutto della cristianofobia presente nella società e nella cultura dominante e risultante del secolarismo e del rifiuto del senso del sacro. Se, giustamente, si rispettano le altre fedi, è perlomeno lecito pretendere parità di trattamento per quella cristiana. Mi permetta di dire una cosa che va forse va fuori tema, ma che ritengo importante. La riforma liturgica del post concilio Vaticano II, che va naturalmente accettato, ha portato cose buone, altre meno, specialmente nello spirito interpretativo ed ermeneutico. Ritengo che, in proposito, ci sia attualmente eccessiva creatività che spesso sconfina nel cattivo gusto e persino nell’ abuso, come detto da Papa Ratzinger nella sua introduzione al Motu Proprio sulla liberalizzazione del rito straordinario antico. Ritengo che, per esempio, alla Santa Comunione bisognerebbe accostarsi con maggior devozione e prenderla stando in ginocchio e i ministri del culto potrebbero far presente queste indicazioni”.
Salvini è stato accusato dal 5Stelle Morra di vicinanza alla ‘Ndrangheta perché ha sventolato il rosario in Calabria. Che ne pensa?
“Anche nel caso dello sciagurato accostamento del rosario di Salvini alla mafia, ho emanato un comunicato che definiva delirante quell’affermazione che non merita troppo tempo. Ironizzando per seguire la stravagante logica del Senatore cinque stelle, dovremmo dare dei camorristi ai pastorelli di Fatima. Ben ha fatto il rettore del santuario a replicare. Temo che sia la dimostrazione, assieme alla critica fatta alla giornalista per il crocifisso, che con un eventuale governo giallorosso, andiamo verso un esecutivo ostile ai valori cristiani. Del resto molti esponenti dei 5 Stelle e del Pd si dicono apertamente favorevoli all’ eutanasia, alle nozze gay e alla adozione del figliastro, persino alla ideologia del gender, un disastro che saggiamente Papa Francesco ha bollato con toni durissimi”.
Accanto all’azione politica che coltivo in Forza Italia, attualmente quali sono gli altri suoi impegni socio-culturali?
“Da Presidente di Unione Cristiana, ho accettato l’incarico di ambasciatore del Vangelo in Burkina Faso ed Africa. A mio avviso con il continente africano bisogna dialogare così come con tutte le religioni senza certamente smarrire la propria identità. Quell’ aiutiamoli a casa loro che spesso risuona in modo semplicista, deve tradursi in atti concreti, come un piano Marshall per l’Africa. Il problema migratorio è serio e va gestito con prudenza, unita al rispetto dei diritti umani. Certamente qui non possiamo far entrare tutti, staremmo male noi e loro. Però il politico credente ha il dovere di coniugare responsabilità ai valori cristiani. In questa ottica, esprimo apprezzamento per quanto sta svolgendo la Chiesa italiana, la Cei sotto la guida del suo Presidente card Bassetti ed ovviamente l’ alto Magistero del Papa”.