Un tema caldo, affiorato specialmente nel corso dell’ultima crisi di governo ed alcune manifestazioni politiche di piazza, è l’ostensione di simboli reilgiosi come il rosario.
Abbiamo chiesto in merito il parere al noto sacerdote gesuita padre Bartolomeo Sorge, Direttore Emerito di Aggiornamenti Sociai e de La Civiltà Cattolica.
Padre Sorge, in Senato, sia Salvini che Renzi hanno fatto riferimento a frasi religiose e della Scrittura. Che cosa ne pensa?
“Il problema non è quello di parlare di cose religiose, anzi in sè stesso è un bene. Il nodo, a mio avviso, è come se ne parla e soprattutto perchè. Una cosa è fare un discorso serio, bel altra la strumentalizzazione politica dei segni religiosi, come è accaduto”.
Eppure, anche San Giovanni Paolo II ha parlato nel Parlamento…
“Ma quello fu un momento altissimo e bello. Il Papa parlò con cuore ed animo retto e sincero. Non vi andò spinto da campagna elettorale e neppure cercava voti. Ecco la diversità. Eppure della religione non possiamo fare a meno”.
Cioè?
” Io non discuto il valore della religione e della fede. Per esempio nella ex Unione Sovietica l’odio verso la fede risultò fallimentare. Quando il regime è imploso, il giorno dopo le chiese erano piene, specialmente di giovani. Il vero problema non è parlare di fede, ma come e perchè se ne parla. La Pira ha citato la Madonna di Fatima al governo sovietico, ma non lo ha fatto per proselitismo. Al contrario, lasciar morire o non soccorrere gente nel mare, risultando non caritatevoli e poi citare il Vangelo non ha senso. Significa che del Vangelo non si è compreso nulla oppure lo si usa per speculazione. Non esiste alternativa”.
Il politico credente deve parlare di Dio e dei principi cristiani nelle istitituzioni?
“In linea di principio non è una cosa negativa, ma bisogna distinguere e discernere. Il politico credente sappia che la fede non può mai essere imposta, ma proposta, specie ai non credenti. Allora è molto meglio tradurre in motivi politicamente efficaci le ragioni della fede. Inoltre prima di ogni cosa, occorrono competenze efficaci e professionali. Se un Sindaco è un uomo di Dio e santo, ma incapace a governare, meglio che stia a casa. Se un medico è degna persona di fede, ma non sa operare, non produce frutto. Pertanto è necessaria una saggia sintesi, anche in politica, tra fede e competenze professionali”.
Bruno Volpe
Alcune osservazioni
Salvini non ha “lasciato morire gente in mare” al contrario, a seguito della sua politica il numero dei morti in mare è diminuito.
Salvini non ha ” non soccorso gente nel mare ” ma ha dato direttive perché il “pattugliamento di soccorso” risultasse meno conveniente.
Salvini non ha citato il Vangelo – lo ha fatto Renzi – si è limitato a baciare il rosario.
Baciando il rosario non ha certamente ” cercato di imporre la fede “. In questo contesto la affermazione, certamente corretta, non ha molto senso.
L’ adozione di simboli religiosi per motivi politici va evitata è affermazione discutibile. La Democrazia Cristiana in Italia, ma non solo, lo ha fatto e ….per fortuna!!!
Sig. Beppez, sono pienamente d’accordo con lei. E aggiungo. Rispetto (ma non condivido) la sensibilità di P. Sorge che trova discutibile il gesto del Ministro Salvini che bacia il rosario. Sappia però, il Padre, anche quest’altro: che la mia sensibilità trova ripugnante che addirittura un Vescovo (mi limito a questo esempio, ma c’è di molto peggio!) commenti il Sacrificio di Cristo sull’Altare con un’omelia nella quale canta e commenta le canzoni di Sanremo! Che poi nessuno (compreso lei P. Sorge) abbia speso una parola per disapprovare quella idiozia sacrilega e per spiegare ai giovani che l’applaudivano il valore della Liturgia Eucaristica, lo trovo addirittura nauseabondo! C’è ben altro che un Ministro dell’Interno che bacia il Rosario da deprecare, caro Padre Sorge. Lasci stare i politici e guardi piuttosto ai Pastori della Chiesa, i cui danni sono davvero devastanti! Temo che le prossime generazioni guarderanno ai Pastori di questo nostro tempo come ai più stolti e scadenti degli ultimi due secoli!