IL VANGELO DEL GIORNO: mercoledì 16 ottobre 2016
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Nel vangelo di oggi continua la relazione libera, ma sempre più conflittuale, tra Gesù e i farisei. I toni di Gesù, si capisce bene dal testo, diventano sempre più aspri, tanto che i dottori della legge che lo ascoltano, arrivano a dire ““Maestro, dicendo questo, offendi anche noi”. Va bene discutere con i farisei su alcuni punti che riguardano le questioni dei riti e della tradizione, ma i dottori della legge, che studiavano tutta la vita la dottrina e la Sacra Scrittura non potevano essere messi in dubbio! Nessuno aveva un’autorità tale da poter dibattere con loro. Ecco, Gesù oggi si presenta proprio come un uomo che non guarda in faccia a nessuno e dice la verità, anche se davanti a lui ci sono persone esperte. Lo studio, la conoscenza sono importantissime, ma non possono diventare strumento di potere. Non si insegna la verità con la forza e con la rigidità perché la verità non è qualcosa che si può possedere, così come la conoscenza. Tutti abbiamo da imparare e non arriveremo mai a conoscere tutto. Umiltà e verità vanno insieme alla tenerezza e alla bellezza, perché questo è l’unico vero modo per imparare ogni tipo di conoscenza. Chi insegna lo sa molto bene: insegnare è l’arte di rendersi amabili, di rendere amabile ciò che si insegna. E questo non vale solo per gli insegnati, ma anche per i genitori. Allora ciò che oggi possiamo chiedere al Signore è che ci doni la possibilità di imparare da Lui come fare a vivere nella verità e a insegnarla. Chi ci doni Lui la sua grazia, il suo Spirito, la sua umiltà e la sua tenerezza verso gli altri perché possiamo essere sempre nella verità. Gesù ci ha mostrato che chi vive la verità non ha paura di dire le cose come stanno, non ha paura di essere confutato e disapprovato perché sa che l’umiltà e la tenerezza rendono amabili tutte le cose, anche quelle più dure. Sa che solo l’umile potrà possedere la terra, perché potrà conoscerla rispettandola, non possedendola! Insegnaci allora Signore la tua libertà che non teme nulla, il tuo coraggio umile, il tuo linguaggio docile e noi non saremo più come questi dottori della legge che si pavoneggiano sugli altri, che vivono di ipocrisie e cordialità finte. Abbiamo oggi un profondo desiderio di autenticità e di verità, per questo ti chiediamo, Signore, di fare in modo che oggi il nostro desiderio possa avvicinarsi un pò di più al tuo ascoltando e meditando il tuo Santo Vangelo:
Lc 11, 42-46
In quel tempo, Gesù disse: “Guai a voi, farisei, che pagate la decima della menta, della ruta e di ogni erbaggio, e poi trasgredite la giustizia e l’amore di Dio. Queste cose bisognava curare senza trascurare le altre. Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo”. Uno dei dottori della legge intervenne: “Maestro, dicendo questo, offendi anche noi”. Egli rispose: “Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!”