“Giudizio universale? Libro destabilizzante”: non nutre dubbi in proposito Mimmo Muolo, barese, vaticanista esperto e di lungo corso, firma di prestigio del quotidiano Avvenire. Col piglio sicuro del giornalista di razza, Muolo ribatte colpo su colpo al recente libro di Nuzzi Giudizio Universale accolto come fosse una sorta di Rivelazione.
Muolo, la sensazione è che Nuzzi dica di i voler aiutare il Papa per la sua opera di rinnovamento, ma in realtà agisce in modo opposto..
“Anche io ho questa idea. A mio avviso, è un libro, quello di Nuzzi, destabilizzante e non costruisce, getta solo, sia sulla Chiesa che sul Vaticano fango basandosi su documenti vecchi e usciti di straforo. Trattasi di canovacci o comunque bozze non definitive, superate dal dibattito successivo ed interno al Vaticano. Perviene dunque a conclusioni erronee”.
Quali?
“Secondo lui, il Vaticano sarebbe sull’ orlo del fallimento. Almeno è quanto egli ci vuole fare credere utilizzando, come dicevo, materiale poco attendibile. Innegabilmente esiste un deficit e sarebbe meglio non ci fosse. Ma ogni Stato ha questo problema. Il deficit Vaticano, come del resto dice lo stesso Nuzzi, ammonta a poco più di 40 milioni, il costo del cartellino di un discreto calciatore di serie A. Pertanto, arrivare ad affermare che questo debito è segno o sintomo di default vuol dire che o non ti rendi conto di quella che davvero è una bancarotta o…
O?
“Che sei malizioso nella tua conclusione”.
Pensa che ci sia un intento scandalistico o di attacco alla Chiesa?
“Non lo so, io non giudico le intenzioni degli altri e non punto il dito. Magari sarebbe bene interrogare l’ autore sulle sue intenzioni. Certamente quel libro a mio parere non va preso per verità, perchè arriva a conclusioni false. Io leggo quello che vi è scritto e non faccio il processo alle intenzioni. Noto una contraddizione. Parla di bancarotta o quasi e poi sostiene che il debito è di 40 milioni o poco di più. Lo ribadisco: si rende conto di quella che davvero è una bancarotta di Stato?”.
Quasi in contemporanea con l’ uscita del libro due parlamentari dei 5 Stelle hanno chiesto la restituzione dell’ ici sui beni ecclesiastici, un caso?
“Penso di sì, non vedo coincidenze, ma solo enorme superficialità e mancanza di conoscenza dello stato delle cose.Quella citata dai due parlamentari è una cifra sbagliata calcolata da un consigliere comunale di Roma. Mi piace segnalare che la Chiesa italiana ha sempre chiesto di pagare le tasse su quei beni, non si è mai tirata indietro, vuole versarle, esistono vari pronunciamenti. Il problema reale è che oggi lo Stato italiano non sa come riscuotere, dunque è un affare dello Stato. Aggiungo che gravare di tasse strutture come le Caritas equivale a portare un colpo gravissimo alla solidarietà e al welfare, rischiremmo la chisura di tante mense o strutture di carità. Le Caritas non sarebbero infatti in grado di servire i pasti per i poveri per i quali oggi lavora in sussidiarietà rispetto allo Stato e allora a quei cittadini dovrebbe provvedere lo Stato italiano con una spesa forse superiore alle tasse invocate”.
Bruno Volpe