Ti è piaciuto? Condividi!

 

Attraverso un video Alexander Tschugguel, un giovane cattolico austriaco, ha confessato perché ha gettato gli idoli pagani del Pachamama presenti nella chiesa romana di Santa Maria in Traspontina nel fiume Tevere.

Tschugguel ha spiegato di aver seguito da vicino ciò che stava accadendo a Roma intorno al Sinodo per l’Amazzonia, partecipando ad alcune conferenze stampa ufficiali del Sinodo.

Già a Roma ha visitato in diverse occasioni la chiesa di Santa Maria in Trasportina, in cui erano sistemate due cappelle per i partecipanti e i volontari del Sinodo. E lì ha visto che c’erano dei simboli della cultura amazzonica, tra cui le statue del ‘cosiddetto Pachamamas’, che i volontari hanno spiegato essere un simbolo di fertilità, della madre terra e dell’ecologia integrale”.

Quegli stessi volontari gli hanno assicurato che il Sinodo non riguardava tanto questioni religiose ma politiche. Il giovane ha chiesto se le persone in Amazzonia cercano il battesimo dai missionari e i volontari hanno detto “normalmente no, non fa parte della loro cultura”.

Sentendo ciò “ero molto arrabbiato”, ha detto Tschugguel. Osservando le statue, e chiedendo aiuto ad un amico portoghese per ottenere maggiori informazioni ha compreso che quelle statue andavano “contro il Primo Comandamento. È una dea della fertilità, madre terra, mentre il primo comandamento dice: ‘Io sono il Signore tuo Dio, non avrai altri dei davanti a me e non ti inginocchierai davanti a nessuna immagine’. Ho anche visto il video di coloro che si inginocchiavano davanti a questa particolare immagine nei giardini vaticani!”.

Ritornato in Austria, dopo aver parlato con alcuni amici, sono ritornato a Roma per eliminare le statue dalla Chiesa, perché “non appartengono alla Chiesa cattolica”.

“Il giorno degli eventi sono arrivato in Chiesa alle 6:30 del mattino, perché era il momento in cui avrebbe dovuto aprire le sue porte, ma l’ho trovata chiusa. Mi sono fatto una passeggiata intorno all’area pregando un rosario e quindi mi sono seduto su una panchina vicino all’ingresso. Quando ho pronunciato l’ultima Ave Maria, le porte della Chiesa sono state aperte. Entrando ho guardato le due cappelle per vedere dove fossero i Pachamama e sono riuscito a prenderne cinque. Mi sono diretto in direzione del castello di Sant’Angelo, vicino al quale si trova il Ponte degli Angeli, da cui ho gettato le statue nel fiume Tevere”.

Il giovane ha spiegato che non erano consapevoli dell’impatto che la sua azione avrebbe avuto, ma dopo due o tre ore hanno visto il grande impatto che ha avuto sull’intero mondo cattolico e sul Sinodo. Il giovane ha spiegato che la sua azione è stata sostenuta da una moltitudine di persone e che persone fantastiche hanno pregato per lui, qualcosa per cui è molto grato perché “se non preghiamo gli uni per gli altri, niente funziona”.

Tale supporto lo ha portato a prendere la decisione di venire alla luce, a rendere pubblica la sua identità in modo che nessuno pensi che sia stata un’azione codarda. Spiega anche che non voleva mostrare il volto perché preferiva che il vero protagonista dei dibattiti e delle discussioni fosse l’azione e non chi l’avesse realizzata. “Ma ora, due settimane dopo, una settimana dopo la fine del Sinodo, siamo pronti a mostrarti che ci sono alcuni laici che si alzano in piedi, che non accettano che cose del genere accadano nella Chiesa cattolica”.

Tschugguel ha concluso il suo intervento spiegando di essere ritornato a Vienna, pronto a continuare il loro lavoro e annuncia che in breve tempo caricherà un altro video in cui presenterà la sua opinione su ciò che è accaduto al Sinodo”.

Di seguito è possibile visionare il video sottotitolo in italiano dalla redazione di Corrispondenza Romana:

Un pensiero su “Alexander Tschugguel: “Io ho gettato gli idoli del Pachamama nel Tevere””

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.