Riceviamo e pubblichiamo
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Ho letto, con rammarico, la proposta legislativa di due esponenti dei 5 Stelle, per fare pagare sui beni ecclesiastici immobiliari e luoghi di culto l’Ici arretrata dal 2006 al 2011. Sarebbe un esborso pari a circa 5 miliardi. Una follia.
Questa idea, che parte da una posizione ideologica, laicista e anti clericale, si radica in un modo di fare politico populista e demagogico.
Parla alla pancia del Paese, affamato di giustizialismo . L
L’obiettivo non è difficile da capire: facendo grimaldello su sentimenti di invidia sociale si vuole additare la Chiesa cattolica come parte privilegiata che ha goduto e gode di vantaggi ingiusti. Ma così non è.
I due esponenti 5 Stelle dimenticano con disinvoltura che la Chiesa cattolica (come del resto altre religioni e confessioni) svolge funzioni caritative che spesso neppure le competono.
La Chiesa, nei riguardi dello Stato Italiano, agisce in surroga nel welfare con mense, asili, ricoveri ed assistenza ai bisognosi e, senza il suo aiuto, tante situazioni sarebbero degenerate. Dunque attaccarla non solo è ingiusto moralmente e politicamente miope, ma persino da autolesionisti. Questa proposta suoni una volta per tutte come campanello di allarme per comprendere che cosa sono nella realtà i 5 Stelle e la loro vocazione laicista.
Altro che male minore. Non è casuale, del resto, che tale iniziativa sia stata promossa dopo l’ uscita di alcune pubblicazioni che attaccano la Chiesa sulle risorse e sulla gestione finanziaria. Naturalmente chi, anche nel clero, ha agito in modo disonesto, affarista o immo rale sia sottoposto a severe misure e sanzioni, però non è lecito fare di ogni erba un fascio. Penso ad un recente libro accolto come fosse Rivelazione ed invece è soltanto scandalismo, millantato per aiuto al Papa, ma al contrario rende difficile il cam mino verso la purificazione e la riforma. Queste pubblicazioni favoriscono ed istigano nei riguardi della Chiesa sentimenti di invidia che non tengono conto di tutto quello che di buono essa fa per la gente comune.
Spiacevolmente oggi vi è grande confusio ne ed anche poca conoscenza tecnica tanto che si arriva persino a confondere l’otto per mille (diretto alla Cei e gestito sempre con grande responsabilità), dall’obolo di San Pietro (giornata per la carità del Papa del 29 Giugno), che è invece nella sola disponibilità del Papa e viene utilizzato a livello mondiale per le situazioni di emergenza o crisi. Con clamore mediatico sono criticate le abitazioni dei cardinali dimenticando prima di tutto che si tratta di residenze antiche e dunque non divisibili, ma che contengono uffici e cappelle di culto, sale di rappresentanza e di riunione, stanze di alloggio per chi attende i cardinali, cose del tutto normali e addirittura necessarie per chi riveste tale munus. Non viene mai detto, inoltre, che il cardinale non percepisce stipendio, ma una indennità che prende il nome di piatto, certamente congrua, ma non faraonica.
Queste cose vanno spiegate, cercando di superare per quanto possibile, la pur necessaria semplificazione giornalistica. La sensazione è che proposte come quelle dei due parlamentari siano un prodromo ad altre idee malsane. Si sa dove si inizia e non si capisce dove si voglia andare a parare, magari al bavaglio e questo rischio con riguarda solo la Chiesa cattolica, ma altre confessioni e credo, in quanto la norma, per rispondere alla costituzionalità deve essere generale, riguardare tutti.
Oggi l’Ici, domani chissà che altro, dopo domani la libertà di culto o la censura alla Chiesa, che oggi è sotto attacco. Non esiste solo una persecuzione cruenta e di sangue (che pur è grave), ma anche quella del secolarismo e dell’odio anti cristiano che imperversa in Occidente.
La Chiesa ha resistito ad ogni malefatta, perché, dice la Rivelazione le forze del male non prevarranno, è basata su Cristo. Ma sia prudente ed astuta, capendo che è arrivato il momento di comprendere le situazioni. Con carità, nella Verità, valutando nel discernimento, chi la vuole aiutare e chi no. Senza allarmismo, ma con fermezza e delicatezza, mi permetto di dire che la casa è in pericolo, che davanti a queste iniziative non si sa dove e come si va a parare, specie se bisogna prendere voti e la pancia del Paese brontola. E’ arrivato il momento di aprire gli occhi e guardare negli occhi la realtà.
Cordiali saluti
Sen. Domenico Scilipoti Isgrò