“Condivido il contenuto del Manifesto presentato recentemente dal professor Zamagni”: lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato Carlo Costalli, politico di lungo corso e Presidente del benemerito Movimento Cristiano Lavoratori. Con lui abbiamo fatto il punto sul recente manifesto presentato dal noto economista Zamagni e ” benedetto” dal Presidente della Cei cardinal Gualtiero Bassetti.
Presidente Costalli, qual è il suo parere su quel manifesto?
“Condivido il contenuto e credo che la cosa più importante è che tale iniziativa serve a richiamare l’ attenzione sul ruolo dei cattolici impegnati nella scena politica del Paese, intendo nelle istituzioni. Aiuta a svegliare, ma..”.
Ma?
“Detto questo, con altrettante chiarezza, e penso che sia in sintonia lo stesso Presidente Cei, non ha senso in questo momento un partitino dei cattolici, roba da 0, 5 per cento”.
Che cosa si chiede ai cattolici impegnati nella politica?
“Che sappiamo e vogliano rialzare subito la schiena, specie su temi eticamente sensibili, si sappiano differenziare, ovunque essi militano. Penso al recente caso dell’ eutanasia. Abbiano la forza di dire la loro”.
Solo cattolici o apertura a tutte le componenti cristiane?
“Certamente a tutti coloro che si riconoscono nella tradizione giudaico cristiana, sono ben accetti. E’ questa una grande fetta della popolazione che oggi non va a votare. Un 50 per cento che non si riconosce nelle proposte attuali della politica, nè a destra, nè a sinistra. E’ dunque questa l’ area politica sulla quale lavorare. Io credo che la Lega non si batte con l’ isteria della sinistra e le invettive, ma col recupero della sana tradizione cristiana. Una parte dei credenti votano Lega”.
Opportuno il dialogo col mondo islamico?
“Perchè no? Il dialogo onesto è sempre auspicabile, ma in condizioni di verità e franchezza, rispettando le proprie identità culturali e religiose. Parlare col mondo islamico moderato e non ostile ai valori cristiani non è una eresia. A Londra, il sindaco, con buoni risultati, lo fa un musulmano. Occorre anzi lavorare per il dialogo con quella parte islamica che rispetta i valori occidentali di democrazia, tolleranza. Come le dicevo, tale dialogo non è rinuncia alla propria identità. A volte accade che taluni, più realisti del re, tolgono i simboli della nostra identità, rinunciano al presepe e ai canti natalizi per non urtare la sensibilità dei musulmani ed è una sciocchezza. Neppure gli islamici ce lo chiedono. Dunque con l’ islam non ideologizzato, almeno sui grandi temi etici e culturali, il dialogo in onestà è possibile”.
Bruno Volpe