Vi dico un mio pensiero/timore: perché tanta “smania” di cambiare una preghiera?
Sembrerebbe un fatto marginale, ma non lo è; psicologicamente un gruppo si sente tale quando ha la “sua” preghiera; i discepoli di Gesù gli chiedono una preghiera “come i discepoli di Giovanni”:
“Un giorno Gesù si trovava in un luogo a pregare e quando ebbe finito uno dei discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli»” (Lc 11,1).
Quindi per una “nuova chiesa” [volutamente minuscolo] ci vuole una “nuova preghiera”; il Padre della nuova chiesa è un buonista, che non manda all’inferno nessuno, e quindi, un bonaccione così, come può indurre in tentazione?”.
E così si crea una cesura col passato, anche con la preghiera.
Fino a poco fa dicevo: “mi scoccia, però in confronto con:
la distruzione della morale,
il tradimento della Cina,
fine del celibato dei sacerdoti,
l’inter-comunione,
le religioni ugualmente volute da Dio,
l’idolatria in San Pietro,
le distorsioni ecologiste,
questo è il meno”; in realtà non è il meno, è un altro ponte alle spalle che fanno saltare per non tornare indietro, cioè per dimenticare la Chiesa di sempre.
Padre Alfredo Maria Morselli