“La Chiesa cattolica vuole coinvolgere sul tema della pace, i vescovi di tutti i Paesi che si affacciano sul Mare Mediterraneo”: lo ricorda in questa intervista che ci ha rilasciato Monsignor Luigi Mansi vescovo di Andria- Minervino- Spinazzola, presentando il Meeting barese: ” Mediterraneo , frontiera di pace”, in scena dal 19 al 23 Febbraio nel capoluogo pugliese e concluso da Papa Francesco. Qualcuno, con opportunità, ha definito l’ assise come ” sinodo” sul Mediterraneo.
Eccellenza Mansi, qual è il senso di questa iniziativa?
“La Chiesa è preoccupata, come tutti, da guerre e violenze. Tante avvengono proprio sotto i nostri occhi, non lontano da noi nel bacino di un mare che nei secoli è stato al contrario luogo di scambi e di incontri, basti pensare alla situazione della Libia. Penso che sia giusto discuterne. La Chiesa fa quello che può fare, ha lanciato la sfida”.
Che cosa è lecito aspettarci, monsignor Mansi?
“Non miracoli, ma ritengo che sia bene lavorare assieme per fare crescere e sviluppare una reale cultura della pace. Insomma, qualche cosa va fatta”.
Uno dei problemi che innegabilmente affioreranno è quello delle migrazioni specialmente dall’Africa verso l’Europa, via mare, sulla rotta mediterranea..
“Mi pare evidente. Tuttavia, se analizziamo i flussi dei migranti, scopriamo che la maggioranza arrivano dalla rotta balcanica. Penso alle tanti badanti dell’ Est Europa. Pertanto non è esatto limitare il tema migranti solo alla rotta africana, le cose sono molto più articolate”.
Eccellenza Mansi, che cosa possono fare i laici?
“Noi consacrati svolgiamo il nostro ruolo e la nostra parte, ma il compito più consistente ricade proprio sui laici che hanno maggiori competenze rispetto a noi. Naturalmente chiediamo alla politica risposte”.
Che cosa domandate alla politica?
“Che prima di ogni cosa sviluppi un clima sereno e favorevole all’incontro, aprendo al dialogo e non allo scontro. A mio avviso in tema di migrazioni va seguita l’ ipotesi dei corridoi umanitari. Non tralasciamo che le migrazioni sono sempre esistite ed esisteranno. Dal canto loro, le guerre incoraggiano e facilitano a migrare. Prendere le armi è semplice, non ci vuole molto. Mentre il dialogo è più ostico, ma alla lunga porta frutti”.
Perchè proprio a Bari, monsignor Mansi?
“E’ una porta verso l’Oriente e rispetto ad altre località simili, penso ad Otranto, ha maggiori capacità logistiche e ricettive. A tanto aggiungiamo la presenza delle reliquie di San Nicola, santo caro ad Occidente ed Oriente”.
Bruno Volpe