L’ esorcista Ildebrando Di Fulvio: ” Coronavirus? Un castigo di Dio, un ammonimento”. Lo spiega in questa intervista che ci ha rilasciato il noto esorcista dell’ abbazia di Casamari Padre Ildebrando Di Fulvio.
Padre Di Fulvio, don Sini suo confratello ed esorcista sul Coronavirus ha detto che ove mai si provi che è frutto dell’ uomo, è satanico…
“Non c’è malattia che non abbia natura satanica. Lo stato che Dio vuole per l’ uomo è la bellezza, il buono, la vita. Non sono previsti il dolore o la morte. La morte è apparsa per la scelta operata dall’uomo nella sua libertà di scegliere tra bene e male”.
Dio permette il male?
“Non lo manda, ma lo permette a fin di bene, perché rispetta la nostra libertà. Se uno è intelligente, capisce che sbaglia e va contro ogni legge. In quel caso cambi vita . Poi e arriva un virus…”
Arriva un virus?
“E ci rendiamo conto di quanto siamo limitati, finiti, insignificanti. Questo virus paradossalmente potrà essere forse salutare. Ci crediamo onnipotenti, riteniamo che possiamo fare a meno di Dio. Da questa angolazione ritengo che sia una catarsi per la nostra fede”.
Dal male può venire un bene…
” Indubbiamente. Questa è una prova, è il momento della prova che Dio permette, non manda, per temprare la nostra fede. Ci dice: avete visto che cosa siete?”.
Possibile parlare di castigo?
” Dio non vuole il male. Ma è giusto definire castigo il coronavirus e altre situazioni del genere, nel senso etimologico del genere. Paragono a quelle situazioni nelle quali il padre ammonisce il figlio a non fare cose sconsiderate e lo bacchetta per il suo bene Castigare significa rendere puro, è una purificazione, anzi un meritato castigo. Ci ricorda in un certo modo la parabola del Figlio Misericordioso che dopo aver capito quello che ha combinato e il castigo che si era auto inflitto con la carestia, decide di tornare a Dio. In poche parole, i castighi l’ uomo, quando va contro natura, quando violenta il creato, quando insulta i comandamenti, quando vive la sessualità in modo disordinato, se li cerca. Speriamo che ne faccia lezione”.
Bruno Volpe