“Dalle lettere di don Augusto, come rimanere cattolici nonostante tutto” (Ares editore) è il nuovo libro, ben scritto ed accattivante del noto sacerdote milanese (discepolo del cardinal Biffi) Don Samuele Pinna. La prefazione è del noto medico Paolo Gulisano e la post fazione del comico Enrico Beruschi. Il volume esce il 30 Aprile. In sintesi si tratta di una giocosa e simpatica raccolta di lettere sul tema fede, scritta da un prete, don Augusto, che viene spostato dalla sua parrocchia. Un libro sul filo della sana e bella ironia, da meditare. Abbiamo intervistato don Samuele Pinna.
Don Samuele, il suo volume si attaglia con i tempi odierni della Chiesa. Messe in setraming e tv, bastano?
“Sono strumenti utili in caso di necessità, naturalmente. Tuttavia, la santa messa ha natura sacramentale e allora assistervi in tv è come andare ad un banchetto, ma digiunare, non parteciparvi. Del resto queste cose da ultimo le ha dette pure il Papa. Bisogna tornare a stringerci attorno all’altare”.
Che lezione ci manda il Covid 19?
“E’ bastato un virus sconosciuto per ridimensionarci e farci capire quanto piccoli siamo anche se ci crediamo onnipotenti, sbagliando. Per questo dobbiamo ripensare e subito al funzionalismo nella Chiesa. Una Chiesa di funzionari è in lenta, ma costante agonia. Al posto di cercare corse stravaganti e questo accade, pensiamo all’essenziale e al sacro. Oggi nella stessa Chiesa si nota attenzione e sensibilità al sociale, naturalmente va bene. Però non basta, la Chiesa non è una ONG, deve guardare in alto, non solo all’orizzontale”.
Durante questa epidemia hanno giocato e giocano un ruolo di primo piano i virologi, che cosa ne pensa?
“La scienza è utile e deve bilanciarsi con la fede. Ma mettere tutto nelle mani della scienza è pericoloso. Del resto Collodi con garbo in Pinocchio canzona i medici Corvo e Civetta che non si accordavano su nulla al capitolo 16”.
Bruno Volpe