Con il professor Franco Cardini, docente di Storia del Medioevo a Firenze e cattolico, parliamo del recente Sinodo dei vescovi e del relativo documento finale.
Professor Cardini, gran parte della stampa e dei commentatori nella tv hanno parlato di apertura ai divorziati risposati e facoltà ora concessa di amministrare loro la comunione ,davvero è così?
“Niente affatto. In Italia esiste il solito vizio di parlare senza leggere i documenti, basandosi sulle semplificazioni, alcune volte interessate, dei media. Nel testo sinodale la parola comunione neppure esiste e dunque i vescovi, diciamo conservatori, bene fanno a sollevare questa eccezione e mettere in rilievo questo punto. Al contrario, il documento sinodale, è nel pieno solco della tradizione, di fatto non è cambiato proprio niente. Semmai, lo è il linguaggio e bisogna anche qui discutere. Penso che la sola lieve apertura sia di natura disciplinare, ma siamo nel già visto. Quelle che prima erano incombenze delle penitenzieria graveranno sui singoli parroci e vorrei tanto vedere la loro felicità quando la mole di lavoro aumenterà”.
Dunque sbagliato attribuire al sinodo e al Papa visioni progressiste?
” Errore colossale. Bergoglio è un grandissimo conservatore e tradizionalista, un gesuita autentico, addirittura su alcuni temi molto più conservatore di Ratzinger e penso al sociale e alla sua lotta al capitalismo”.
Il documento sinodale è stato letto e interpretato in vari modi, perchè nel passato questo non accadeva o succedeva molto di meno?
” I documenti si prestavano a meno confusione o dibattito, perché la stessa Chiesa aveva questa dimensione: “Roma locuta, causa finita”. Quando, al contrario, si discute tanto e forse troppo, esiste il rischio concreto di confusione e di visioni diverse, sino a cadere nell’ ambiguo. Se si accetta la logica del dialogo, questo rischio lo corriamo. Poi nel passato si scriveva meglio e nella Chiesa c’era anche maggior cultura, diciamolo pure. Non si confondeva dottrina e pastorale”.
E allora?
“Nella Chiesa quando fanno capolino dialettica e discussione, si ha il caos. La chiesa cattolica, al contrario, deve mantenere la sua natura dogmatica e non democratica”.
Bruno Volpe
Sutor ne ultra crepidam ….. Fai lo storico ch’è meglio, Cardini!