Con qualche polemica e veleno, si è concluso non da molto, il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia. E relativi problemi. Gli incidenti di intrerpretazione sul documento post sinodale non sono mancati e questo la dice lunga sulle difficoltà che questo argomento comporta. Ne parliamo col cardinale messicano, Javier Lozano Barragan, vicinissimo nel passato a Giovanni Paolo II.
Eminenza, che valore da alla conclusione del recente sinodo?
“Io, come ben sapete, non vi ho preso parte e pertanto, la mia è la visione di un osservatore esterno, ho ascoltato, ho lettoo, certamente questo sì. Nel complesso il mio giudizio è positivo, perchè quando si discute è bene. Il papa, per altro, aveva chiesto e persino sollecitato, una discussione aperta e franca e così è stato, magari con qualche asprezza, tuttavia normale davanti a tematiche tanto sentite e complesse”.
Alla fine, il documento che è stato approvato e, sul punto della comunione ai divorziati riposati è risultato spaccato, di fatto a metà..
“I giornalisti hanno l’ abitudine di vedere solo gli aspetti che fanno maggior notizia, ma il Sinodo non trattava solo il tema della comunione ai divorziati risposati, ve ne erano anche di altri, ugualmente rilevanti”.
Venendo al tema caldo, oggi, dopo questo Sinodo, è possibile come è stato scritto, dare la comunione al divorziato risposato civilmente?”
Guardi, io ho fatto da Segretario ad altro sinodo sulla famiglia, 35 anni fa. E le dico che, mutate le parole, le cose sono rimaste le stesse. Non è cambiato nulla, per la semplice ragione che la dottrina della chiesa non può mutare e che un sinodo non è in grado d ifare questo, tanto meno è nelle sue facoltà. Probabilmente è più sfumato il linguaggio, ma la sostanza no. Il divorziato risposato civilmente non può accostarsi alla comunione in linea generale, valeva ieri, vale oggi. In quanto al caso per caso di cui scrive il documento, che non cita la parola comunione, è il medesimo concetto che già aveva affrontato e risolto Giovanni Paolo II. Se una delle due parti ha subito ingiustamente il divorzio, ma non ha scelto l’ annullamento ecclesiastico e si è sposato civilmente, però ha mostrato ravvedimento davanti al suo confessore e soprattutto ha fatto voto di vivere castamente con la sua compagna o compagno di vita, la comunione si può dare. Ma questo era già presente, ecco il cosiddetto caso per caso”.
Eppure la stampa ha scritto cose diverse..
“La stampa semplifica troppo. Le ribadisco: la dottrina della chiesa non cambia”.
Veniamo alle coppie gay…
” Di queste il sinodo non ha parlato e neppure lo faccio io, limitandomi a dire che la sola famiglia è quella tra uomo e donna uniti nel sacramento del matrimonio. Piuttosto bisogna lodare il vecchio tipo di famiglia con parenti, nonne e zie rispetto all’ attuale di ispirazione nord europea. In Italia e specie al Sud vi era la bella tradizione delle famiglie numerose, oggi smarrita”.
Bruno Volpe