Un’indagine della Polizia Postale condotta sull’asse Bari- Foggia ha portato alla luce una rete di sfruttamento on line di minorenni diventate schiave sessuali. In particolare, è degno di nota il caso di una quattordicenne foggiana che passava ore nella sua cameretta con un tariffario di 30 euro ogni 30 minuti raddoppiabili a seconda del tempo. Abbiamo interpellato don Fortunato Di Noto, coraggioso parroco siciliano, fondatore della Meter, conosciuto a livello nazionale ed internazionale nella lotta contro pedofilia e pedopornografia.
“La pedopornografia è una delle nuove e più insidiose forme di schiavitù. Molto dipende dal fatto che la sessualità e il corpo sono banalizzati, viviamo in una società che poco alla volta smantella nel nome del commercio, ogni valore . Per altro verso, chi è dall’altra parte dello schermo del computer dovrebbe vergognarsi. Non ho difficoltà a dire che coloro i quali maggiorenni, pertanto consapevoli, pagano una bambina, perchè a quattordici anni bambina è nonostante apparenze e sviluppo fisco, è un perverso. Giusto parlare di perversione, neppure malattia”.
Che fare? “Evidente che siamo alla manipolazione. Però il grande problema è che, specie nelle scuole non si fanno adeguate campagne di informazione contro i rischi della pedopornografia. Le fanno sul bullismo, ma ditemi perchè di questo non si parla con adeguata attenzione e per quale motivo la stampa se ne occupa solo quando i fatti accadono?”.
La bambina passava ore intere nella sua cameretta . Possibile che la famiglia non se ne rendesse conto?” Quello delle famiglie è un altro aspetto. Molte volte sono assenti e distratte. Padre e madre dovuto e potuto chiedersi che cosa facesse la bambina tanto tempo in una camera da sola. La figlia è entrata in un vortice e non lo hanno visto”.
Pensabile che nessuno dei genitori si accorga che i figli si concedano spese sospette?” Dipende dalla distrazione di cui parlavo. E dalla mancanza, non in tutte le famiglie, di modelli e punti di riferimento. Del resto, spesso, sia il padre che la madre trascorrono ore sui social e neanche dialogano tra loro”.
Cosa pensa del DDl Zan Scalfarotto? “Una legge della quale non si avverte la necessità e mi rimetto a quello detto dai vescovi. Oggi esistono già norme nell’ordinamento a tutela della diversità”.
Bruno Volpe