Monsignor Nicola Bux, è alle viste la legge Zan Scalfarotto. Preoccupato?
” Lo sono, come tanti uomini di Chiesa e persone comuni. Mi associo al pensiero di uomini di legge che definiscono questa normativa liberticida e contraria al diritto di opinione. E’ una legge imposta da una lobby, la si vuol far approvare in modo subdolo, una specie di truffa, in estate, durante la crisi economica e sanitaria, mentre ci sono problemi più seri, specie economici”.
Che cosa in realtà si vuole far passare?
” L’ assalto alla famiglia naturale composta da un uomo e una donna. Con questa legge, se uno si azzarda a dire che la famiglia naturale è quella di cui sopra e che esistono solo i generi maschile e femminile, rischia il procedimento penale. Uno dei grandi problemi però è che manca il discernimento, la capacità di valutare e soppesare le situazioni, la crisi, il giudizio. E questo succede, spiacevolmente anche nella Chiesa. Tanti uomini di Chiesa hanno smarrito questa capacità del discernimento e del giudizio e in fin dei conti è esatto dire che attraversiamo una crisi del sacerdozio”.
Quale lezione trarre dalla vicenda relativa a Santa Sofia?
” E’ la dimostrazione dell’ utopia di Abu Dhabi e di quel documento, indipendentemente dal caso specifico Turchia, che è uno Stato semidittatoriale e di Erdogan con le sue mire”.
Nella comunità musulmana italiana nessuna condanna al gesto di Erdogan, normale?
” Loro sono coerenti, quelli che mancano di coerenza siamo noi. Il famoso dialogo, è tale solo tra posizioni paritarie e in chiave cristiana il dialogo è salvifico quando serve a fare approdare l’ altro alla Verità. L’ ideologia del dialogo ormai avvolge tutto, siamo diventati prigionieri di questa utopia, vogliamo essere inclusivi, vocabolo di moda. Tuttavia nessuno si chiede: che risultati abbiamo avuto? Nessuno. In questo caso, il realismo ci deve portare alla risposta che forse abbiamo sbagliato terapia. In questo caso la si cambia. Al contrario, Cristo non ha parlato di dialogo. Nella Scrittura si legge andate ed ammaestrate le genti. Invece troviamo chi mette in discusione la validità della dottrina che reputa cosa superata e persino museo. Non lamentiamoci dei risultati”.
Bruno Volpe