“Speriamo di poter ricostruire il convento di San Giuseppe di Beirut, semidistrutto, con il tetto e molte pareti crollate, con porte divelte e finestre esplose”. Lo dice il custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, in riferimento alle due esplosioni che si sono verificate, lo scorso 4 agosto, nella capitale libanese, a causa delle quali sono morte oltre 200 persone.
“Molti giovani di Harissa hanno aiutato la nostra piccola comunità a ripulire dalle macerie nei giorni successivi – riferisce -. Speriamo con l’aiuto e la generosità dei benefattori e dei donatori di poter pian piano ricostruire il convento”. L’altra priorità indicata è quella di “aiutare e dare assistenza a tante persone che sono rimaste senza una casa”. “I nostri frati, che vivono in Libano, hanno cercato di capire cosa possono mettere a disposizione nelle altre zone dove siamo presenti”.
Ricordando che “il momento era già molto difficile per la realtà libanese che aveva sperimentato la bancarotta dello Stato e per la pandemia di Coronavirus”, il custode ribadisce che, “oltre a pregare, sentiamo il bisogno di intervenire e fare qualcosa di concreto”. “L’aiuto dei donatori è essenziale – è l’appello di p. Patton -. La vicinanza e la condivisione di tutti coloro che possono offrire qualcosa è fondamentale per poter stare accanto alla popolazione e ricostruire la nostra presenza”.
salve
vorrei avere il numero di telefono del convento di san Giuseppe di Beirut
non riesco a trovarlo …
vorrei il numero di telefono del convento di Beirut
san Giuseppe