“Il Signore desidera che facciamo della vita un’opera straordinaria attraverso i gesti ordinari, i gesti di ogni giorno. Lì dove viviamo, in famiglia, al lavoro, ovunque, siamo chiamati a essere testimoni di Gesù, anche solo donando la luce di un sorriso, luce che non è nostra: è di Gesù, e anche solo fuggendo le ombre delle chiacchiere e dei pettegolezzi. E poi, quando vediamo qualcosa che non va, al posto di criticare, sparlare e lamentarci, preghiamo per chi ha sbagliato e per quella situazione difficile”.
Così Papa Francesco prima della preghiera dell’Angelus: “Quando a casa nasce una discussione, anziché cercare di prevalere, proviamo a disinnescare; e a ricominciare ogni volta, perdonando chi ci ha offeso. Piccole cose, ma cambiano la storia, perché aprono la porta, aprono la finestra alla luce di Gesù. Santo Stefano, mentre riceveva le pietre dell’odio, restituiva parole di perdono. Così ha cambiato la storia. Anche noi possiamo cambiare ogni giorno il male in bene, come suggerisce un bel proverbio, che dice: ‘Fai come la palma: le tirano sassi e lei lascia cadere datteri’”.
Quindi il Papa si è soffermato su “quanti soffrono persecuzioni per il nome di Gesù”: “Sono tanti, purtroppo. Sono più che nei primi tempi della Chiesa. Affidiamo alla Madonna questi nostri fratelli e sorelle, che rispondono all’oppressione con la mitezza e, da veri testimoni di Gesù, vincono il male con il bene”. Infine, un pensiero all’emergenza sanitaria e alle modalità della recita dell’Angelus: “Dobbiamo farlo così, per evitare che la gente venga in Piazza. Così, per collaborare con quelle disposizioni che hanno dato le Autorità, per aiutarci tutti a fuggire da questa pandemia”. (SIR)