Un esorcista messicano, parroco a San Nicolas de los Garza (Monterrey, Nuevo Leon) cucina in tv contro il Covid e…. il diavolo. La singolare e fortunata idea è di padre Ernesto Maria Caro Osorio, sacerdote diocesano, teologo, mariologo ed esorcista. Nel tempo della pandemia, ha inventato per tener unita la sua comunità un programma che si chiama “La cucina del padre”, trasmesso in streaming ogni domenica mattina. Un enorme consenso e contatti a bizzeffe. Il don è ottimo comunicatore e nel tempo ha fondato un network cattolico di evangelizzazione con scuole e biblioteche chiamato Evangelizacion Activa. Il sacerdote parla bene l’italiano essendosi formato vicino Roma alla parrocchia Santa Barbara di Colleferro ed ha studiato teologia nella Capitale.
Padre Ernesto, quale il titolo del programma e perchè?
“Il titolo è “La Cucina del Padre”. Ho deciso perché, col problema del Covid 19, dovevo fare qualcosa per tenere unita la mia comunità e la cucina unisce sempre. In questo modo è nata l’idea di mettermi a cucinare, specie quella italiana che è una delle mie favorite”.
Lei cita spesso tradizione e sua madre, perché?
” Famiglia e tradizione sono importanti, specie in questi tempi difficili nei quali dobbiamo rimanere vicini e stare in casa molto tempo e lo capisco che questo per i giovani non è facile. Senza la famiglia la società si perde facilmente ed oggi abbiamo perso gran parte della tradizione. E’ molto importante recuperarla”.
Cibo e Sacra Scrittura, vi è un rapporto?
“Se vedete i filmati, cito molte volte la Sacra Scrittura nella quale si parla di cibo. Il Signore di fatto ci ha lasciato il suo amore a tavola, nell’ Ultima Cena e questo ci fa apprezzare ancora una volta la famiglia”.
Lei è uno degli esorcisti più importanti ed accreditati. Il diavolo è attivo oggi?
” Il diavolo è sempre in azione offensiva perchè odia Dio e tormenta l’ uomo. Oggi non trova opposizione, perchè il mondo ha messo Dio fuori della porta, vive come se Dio non esistesse e questo fa in modo che le apparizioni e manifestazioni del nemico siano sempre più continue”.
Bruno Volpe