«Quando il ministro Orlando interviene sul tema delle adozioni ai gay dimostra quanto questo Governo sia miope e inadeguato. In Italia ci si occupa troppo delle minoranze e troppo poco della maggioranza». Commenta così l’intervento pro adozioni gay del ministro per la Giustizia del governo Renzi, Andrea Orlando, l’onorevole Barbara Saltamartini, la deputata che, in polemica con il suo partito l’NCD, il primo aprile 2015 ha lasciato il partito di Alfano per aderire ufficialmente al gruppo della Lega Nord – Noi con Salvini alla Camera.
La deputata individua come un’urgenza l’intervento per sostenere e semplificare l’iter dell’adozione per le coppie eterosessuali: «Troppo famiglie, nell’impossibilità di poter procreare, scelgono di avviare il percorso dell’adozione nazionale o internazionale ritrovandosi in una selva oscura fatta di estenuanti percorsi burocratici, elevatissimi costi e tempi di attesa che possono arrivare anche a 15 anni dalla presentazione della domanda prima di poter adottare un bambino». La Saltamartini conclude dicendo che uno Stato che consente tutto ciò e che non riesce a risolvere un problema che riguarda la maggioranza delle famiglie italiane «rinuncia, come previsto dalla nostra Costituzione, a tutelare e promuovere la famiglia che, è bene ricordarlo agli smemorati, è elemento costitutivo della società quale motore del suo futuro».
Matteo Orlando