“Come devo dire che la dottrina sulla comunione al divorziato risposato non è cambiata dopo il Sinodo?” Lo afferma bonariamente, ma anche un tantino spazientito per la domanda, monsignor Agostino Marchetto, segretario emerito del Consiglio Pastorale per i migranti ed itineranti.
Eccellenza Marchetto, sul punto indicato, i giornali e i mezzi di informazione italiani hanno detto che il Sinodo ha permesso la comunione al divorziato risposato…
“Le ripeto: tutto è rimasto esattamente come prima. Non si è cambiato niente, per la semplice ragione che la dottrina non è soggetta a cambiamenti. Non si è cambiato e non si cambia, punto”.
Se si dovesse amministrare oggi, dopo il Sinodo, la comunione al divorziato risposato, dunque, la risposta è no?
“Oggi il sacramento non si può dare. Il Sinodo non ha modificato niente per due ragioni molto semplici. La prima è che la dottrina non è modificabile, sarebbe come abbattere la indissolubilità del matrimonio, poi giova ricordare che il Sinodo ha solo valore di consultazione e le sue determinazioni anche se, per ipotesi, adottate a stragrande maggioranza, cosa qui non accaduta, non hanno alcun valore di vincolo. Sta solo al Papa, con suo documento, decidere. Ogni fuga in avanti, pertanto, mi pare molto prematura”.
La Comunione alle coppie omosessuali, invece?
“Se costoro vivono in peccato e continuano a farlo, ovvero sono coscienti del peccato, non è possibile dare la comunione”.
Perchè i giornali, specialmente qulli italiani, hanno dipinto la realtà in modo diverso?
“Questo lo chieda ai giornalisti italiani, non a me. In generale esiste un Sinodo reale ed uno della stampa, Un Papa dei testi ed uno della stampa, un Vaticano II dei documenti ed uno della stampa. Va così. Non c’è di che stupirsi”.
Parliamo dei libri sul Vaticano appena usciti. Padre Livio ha chiesto… la impiccagione dei giornalisti…
“Non rispondo. Dico solo che voi giornalisti avete la vostra deontologia sulle notizie da pubblicare e sui metodi nel raccoglierle. Si dia lei stesso la risposta. Ma io non mi occupo dei giornalisti che comunque fanno il loro lavoro, quanto degli esponenti di Chiesa che passano le notizie”.
E allora?
“Ricordo che Paolo VI diceva che il fumo di Satana dopo la società, era entrato anche nella Chiesa. Pe ora mi fermo al fumo. Sono preoccupato e direi sconcertato da chi oggi nella Chiesa istituzione ha scarsa coscienza o non la ha affatto, tradisce il suo ministero, la Chiesa e il Papa, è un vero traditore . Ma bisogna rimanere sereni, perchè sia pur dopo tante traversie, gli inferi non prevaranno. La Chiesa ha vissuto oltre duemila anni e sopravviverà anche ai libri di Nuzzi”.
Monsignor Marchetto, il prossimo 18 novembre a Roma, in Campidoglio, presenterà il volume “Diario Conciliare di Monsignor Pericle Felici”. Marchetto, infati, è un autorevole storico del Concilio Vaticano II.
Bruno Volpe