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“In nome di Dio” chiedo “ai grandi laboratori farmaceutici, che liberalizzino i brevetti. Compiano un gesto di umanità e permettano che ogni Paese, ogni popolo, ogni essere umano, abbia accesso al vaccino. Ci sono Paesi in cui solo il tre, il quattro per cento degli abitanti è stato vaccinato”. È il primo appello di Papa Francesco, questo pomeriggio in un lungo videomessaggio in occasione del IV Incontro mondiale dei movimenti popolari, dedicato alle proposte per ripartire dopo la pandemia. “Voglio chiedere, in nome di Dio, ai gruppi finanziari e agli organismi internazionali di credito di permettere ai Paesi poveri di garantire i bisogni primari della loro gente e di condonare quei debiti tante volte contratti contro gli interessi di quegli stessi popoli”, la seconda richiesta del Pontefice.

E ancora: l’appello “in nome di Dio”, alle grandi compagnie estrattive e immobiliari di smettere di distruggere boschi e di inquinare fiumi e mari; alle compagnie alimentari di “imporre strutture monopolistiche di produzione e distribuzione che gonfiano i prezzi e finiscono col tenersi il pane dell’affamato”; ai fabbricanti e ai trafficanti di armi di “cessare totalmente la loro attività, che fomenta la violenza e la guerra” il cui costo “sono milioni di vite e di spostamenti”.


Papa Francesco ha quindi chiesto ai giganti della tecnologia di smettere di sfruttare la fragilità umana per ottenere profitti, senza considerare l’aumento di discorsi di odio, grooming, fake news e manipolazione politica. Ai giganti delle telecomunicazioni la richiesta di “liberalizzare l’accesso ai contenuti educativi e l’interscambio con i maestri attraverso internet, affinché i bambini poveri possano ricevere un’educazione in contesti di quarantena”. E ancora: ai mezzi di comunicazione di porre fine “alla logica della post-verità”, della calunnia e alla “attrazione malata per lo scandalo e il torbido”, cercando di “contribuire alla fraternità umana e all’empatia con le persone più ferite”.
“In nome di Dio” Francesco ha infine chiesto “ai Paesi potenti” di cessare aggressioni, blocchi e sanzioni unilaterali contro qualsiasi Paese” perché i conflitti “si devono risolvere in istanze multilaterali come le Nazioni unite”. (SIR)

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