“La vocazione al matrimonio è una chiamata a condurre una barca instabile – ma sicura per la realtà del sacramento – in un mare talvolta agitato” ma “non dimentichiamo che, mediante il Sacramento del matrimonio, Gesù è presente su questa barca”. Lo ribadisce il Papa nella lettera agli sposi, invitando a tenere “lo sguardo fisso su Gesù” perché “solo così avrete la pace, supererete i conflitti e troverete soluzioni a molti dei vostri problemi. Non perché questi scompariranno, ma perché potrete vederli in un’altra prospettiva”.
Quindi il Santo Padre si sofferma su alcune difficoltà e opportunità che le famiglie hanno vissuto in questo tempo di pandemia: “Per esempio, è aumentato il tempo per stare insieme, e questa è stata un’opportunità unica per coltivare il dialogo in famiglia. Certamente ciò richiede uno speciale esercizio di pazienza; non è facile stare insieme tutta la giornata quando nella stessa casa bisogna lavorare, studiare, svagarsi e riposare. Non lasciatevi vincere dalla stanchezza; la forza dell’amore vi renda capaci di guardare più agli altri – al coniuge, ai figli – che alla propria fatica”. Per alcune coppie, osserva il Papa, “la convivenza a cui si sono visti costretti durante la quarantena è stata particolarmente difficile” e “i problemi che già esistevano si sono aggravati, generando conflitti che in molti casi sono diventati quasi insopportabili”: “La rottura di una relazione coniugale genera molta sofferenza per il venir meno di tante aspettative; la mancanza di comprensione provoca discussioni e ferite non facili da superare. Nemmeno ai figli è risparmiato il dolore di vedere che i loro genitori non stanno più insieme. Anche in questi casi – aggiunge Francesco -, non smettete di cercare aiuto affinché i conflitti possano essere in qualche modo superati e non provochino ulteriori sofferenze tra voi e ai vostri figli”.
“Non dimenticate che il perdono risana ogni ferita”, chiosa il Papa. (SIR)