San Rocco di Montpellier è un Santo senza tempo. Se fossimo vissuti tra il 1300 ed il 1400, avremmo conosciuto bene la storia di questo santo pellegrino, uno dei più famosi in tutto l’Occidente, come protettore e guaritore dei malati di peste, che proprio in questi secoli stava condizionando la vita e la morte nel mondo intero: le epidemie di peste furono capaci di cancellare l’esistenza di un terzo della popolazione dell’Europa. Il paradosso è che, a fronte della sua estrema popolarità, poche sono le notizie sulla sua vita, la Chiesa lo canonizza ufficialmente, intorno al 1600, per mettere “ordine” al culto popolare.
San Rocco nasce tra il 1295 a Montpellier (Francia), in una famiglia nobile e cristiana. Il padre era governatore della città. Vive in un mondo segnato dal flagello della peste (in due anni muoiono in Europa 20 milioni di persone) e nel quale la Chiesa attraversa un grande momento di crisi. Oggi, se pur lontani dall’epoca in cui visse il Santo pellegrino, anche noi stiamo combattendo un nuovo virus e viviamo giorni di guerre.
All’età di 20 anni resta orfano di padre e madre e decide, forse spronato dalle ultime parole del padre morente, di seguire Gesù Cristo. Entro nel terz’ordine francescano. Lasciati tutti i suoi beni veste l’abito da pellegrino e parte per Roma. Durante il suo pellegrinaggio si dedica alla assistenza e guarisce molti malati di peste in modo miracoloso. La sua fama di guaritore si diffonde. A Piacenza si ammala anche lui. Soffre così tanto che è allontanato dall’Ospedale perché “disturba” con i suoi lamenti. Resta solo in un bosco dove verrà salvato da un cane che gli porterà pane tutti i giorni. Il padrone del cane, Gottardo, incuriosito dal suo comportamento, lo seguirà e così conoscerà e diventerà poi il suo unico discepolo.
Ripartito verso Montpellier, a Voghera viene fermato e sospettato di spionaggio. Verrà messo in prigione perché si rifiuterà di dire il suo nome, in quanto aveva fatto voto di non rivelarlo per non godere dei benefici derivanti dalla sua nobiltà. Lì rimarrà, per 5 anni, morendovi il 16 agosto tra il 1376 ed il 1379.
Dopo la sua morte, per possedere le sue reliquie e godere dei favori della sua protezione, non si farà scrupolo di trafugare il corpo del santo dalla chiesa di Voghera e portarle a Venezia. In seguito, una reliquia del santo verrà donata a Montpellier. In Italia quasi 60 località portano il suo nome e a lui sono dedicate oltre tremila tra chiese, oratori e luoghi di culto. Oltre 3000 comuni lo hanno come patrono e 1890 come compatrono.
Caratteristiche della sua iconografia: uno giovane, il vestito da pellegrino, con il cappello a larghe falde, il cane che gli porta il pane, un segno (in genere sulla coscia sinistra) della peste da lui contratta.
Nel 1999 nasce l’associazione Europea Amici di San Rocco, fondata da Fratel Constantino De Bellis (nella foto). Oggi il sodalizio conta oltre diecimila iscritti, confraternita e parrocchie, oratori e comunità dove è venerato il Santo pellegrino. I gruppi Amici di San Rocco nascono come risposta all’esortazione del Concilio Vaticano II che invita ad essere uomini e donne di carità sull’esempio del Santo, il cui messaggio riporta al comandamento dell’amore.