di Mariella Lentini*
–
Per tante persone, fondamentali nella vita sono il denaro, il successo, la bellezza esteriore e l’eterna giovinezza e, pertanto, tutto ciò viene inseguito ad ogni costo. Per loro importante è andare in televisione, diventare famosi, vestirsi con abiti firmati. Allora perché si assiste al dilagare di ansia, depressione, stress e malessere psicologico? C’è chi trova pace e serenità immergendosi nel silenzio, nella meditazione, nella preghiera, nel lavoro manuale, conducendo vita umile, senza sprecare nulla, facendosi bastare l’essenziale. Come i monaci cistercensi che prendono il loro nome da un luogo della Francia in Borgogna, Cîteaux (in latino Cistercium).
Qui Roberto di Champagne, nel 1113, fonda l’Ordine dei Cistercensi che prevede uno stile di vita più austero rispetto alla Regola benedettina. Essi sono conosciuti come “Monaci Bianchi” perché indossano una tunica di colore bianco, mentre i benedettini vengono denominati “Frati Neri” per il colore marrone scuro del loro modesto abito. In seguito, grazie all’opera di San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), i monasteri cistercensi si diffondono in tutta Europa, i terreni circostanti diventano fertili e l’economia agricola si sviluppa. Una realtà descritta mirabilmente dal regista tedesco Philip Groning nel 2005, con il suo film documentario Il grande silenzio, girato nel Monastero “La Grande Chartreuse” sulle Alpi francesi, vicino a Grenoble.
Il santo festeggiato oggi è il monaco cistercense Roberto di Newminster, nato a Gargrave (North Yorkshire, Inghilterra) nell’XI secolo. Roberto (dal tedesco, significa “splendente di gloria”), dopo aver compiuto gli studi universitari a Parigi, viene ordinato parroco della sua città natia. Desideroso di vita contemplativa, entra nel Monastero benedettino di Whitby. Roberto si unisce, poi, ai monaci cistercensi con i quali fonda, nel 1138, l’Abbazia di Newminster, in Northumbria (diocesi di Durham, Inghilterra settentrionale), di cui diviene abate.
L’abbazia prospera e attira altri monaci tanto che vengono edificati altri tre monasteri a Pipewell, Roche e Sawley. Roberto si distingue per avere il dono di prevedere gli avvenimenti. Un giorno, mentre partecipa alla Messa, prevede il naufragio di un’imbarcazione e senza averne ricevuto nessuna notizia, invia subito i monaci a soccorrere i superstiti. Il monaco Roberto muore nel 1159 a Newminster e viene sepolto nella sua abbazia, meta di pellegrinaggio da parte di tanti devoti.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”