di Mariella Lentini*
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Vicino a Bergamo, sul Lago d’Iseo, a Lovere, nel 1784, in una famiglia di ricchi conciatori di pelli, nasce Caterina Gerosa. La bambina, dopo la scuola elementare, viene chiamata a collaborare nell’azienda di famiglia, ma prima di recarsi in negozio e alla fine della giornata va in chiesa a pregare. Come è strano il comportamento di questa ragazzina! Possiede denaro, terreni e case. Eppure, timida e riservata, vive miseramente. Si veste con indumenti semplici e rattoppati, mangia pochissimo, spesso solo polenta e noci, coltiva l’orto. Perché? Per risparmiare e regalare cibo agli affamati che, a quei tempi, erano tantissimi a causa di guerre, carestie, epidemie. Caterina rimane orfana e con l’eredità ricevuta aumenta la paga degli operai e aiuta ancora di più i bisognosi. Invita a casa sua i poveri, soprattutto le mamme che non riescono a sfamare i loro bambini. Cucina per loro e offre gratuitamente lauti pranzi. Sovente si reca nelle case dove manca tutto per portare pace e pane.
Caterina è molto amata e tutti la chiamano zia. Riceve una proposta di matrimonio che rifiuta perché ha deciso di dedicarsi completamente al Signore e ai poveri. Comincia, poi, ad occuparsi dell’oratorio dove incontra una maestrina molto più giovane di lei, Bartolomea Capitanio (anche lei dichiarata santa). La ragazza ha grandi progetti e convince la timida Caterina a realizzarli con le sue possibilità economiche. Caterina acconsente anche se, essendo molto umile, non si sente all’altezza del compito. Incoraggiata dal parroco del paese Don Angelo Bosio, Caterina acquista un palazzo che adibisce ad ospedale. Purtroppo, dopo pochi anni, Bartolomea muore, lasciando Caterina da sola.
La donna non sa cosa fare, si ritiene, come sempre, una buona a nulla. Vorrebbe rinunciare, ma ancora una volta le parole di Don Bosio la incitano a continuare. Caterina prende i voti e diventa suor Vincenza (dal latino, significa “vittoriosa”). Fonda la Congregazione delle Suore di Carità, dette di “Maria Bambina”. Dà vita ad orfanotrofi e ospizi per malati, e offre istruzione gratuita alle fanciulle. La congregazione attira tante vocazioni. Le suore diventano centinaia e vengono chiamate in Lombardia, Trentino e Veneto, per prestare il loro aiuto in situazioni gravi di indigenza e di epidemie. Vincenza Gerosa muore nel 1847 a Lovere dove è sepolta, presso il Santuario delle Suore di “Maria Bambina”, oggi presenti in tutto il mondo.
* Autrice del libro
“Santi compagni guida per tutti i giorni”